Regia di Ivan Salatic vedi scheda film
VENEZIA 75: SETTIMANA DELLA CRITICA
Sanja lavora presso una nave cargo, ma, giunta a Genova, si ritrova disoccupata a seguito della bancarotta improvvisa della società di gestione. Pertanto, dopo essere stata accolta per un paio di giorni dai servizi sociali della città ligure, la giovane non trova altro di meglio e saggio che far ritorno alla propria dimora natia, in Montenegro. Ove la situazione non è certo più prospera o promettente, e dove un paesaggio reso torvo da spesse nuvole di pioggia, finisce per scatenare una tempesta che procurerà altri dolori e preoccupazioni a carico della giovane donna.
Il regista croato trentaseienne Ivan Salatic, alla sua quarta opera dopo Intro, Shelters e Backyards, ci trasporta nei ritmi lenti del vivere reale, filmando luoghi di transizione, confini e mare, esuli in balia di destini fuori controllo, quando il fato avverso si accanisce per ostacolare ogni tentativo di ritrovare una soluzione ad una vita di stenti e difficoltà.
Più che la storia, le vicende, drammatiche, ma portate avanti senza nessuna enfasi o accanimento narrativo né sensazionalistico, vince il paesaggio, che pur rifuggendo ogni fotogenia e ogni appeal, rimane folgorante nel suo realismo disarmante, nella sincerità quasi impudica dei suoi scorci, straordinari proprio perché presi come sono: un ambiente disadorno vero più del vero, che dà asilo ai viaggiatori erranti e disillusi del mondo, sempre perennemente alla ricerca di casa, ma sempre troppo distanti per sentirsi arrivati a destinazione.
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