Regia di Hajooj Kuka vedi scheda film
VENEZIA 75: SETTIMANA DELLA CRITICA
Nell'Africa coloratissima e calda, non solo meteorologicamente, divisa in fazioni e contrasti che oppongono eserciti in sanguinose guerre civili devastanti, un valido militare con aspirazioni rivoluzionarie di nome Adnan, prova nei confronti del suo fucile quasi un attaccamento morboso, secondo solo alla gelosia che l'uomo prova per la bella fidanzata Lina. Quando il ragazzo si perde assieme ad un amico di plotone, nei suoi giri scordandosi di rientrare entro l'orario previsto, ecco che passa dalla considerazione di eroe a quella di disertore, e per questo deve fuggire alla retata che il suo comandante organizza per punire lui e gli altri commilitoni ritardatari.
Trovando peraltro tutt'altro che conforto da parte della tenace fidanzata, stufa di essere trattata in secondo piano rispetto a quell'arma verso la quale il ragazzo prova una vera e propria venerazione. E tra travestimenti in abiti creoli femminili ed altre bizzarre e divertenti peripezie, aKasha - curiosa coproduzione tedesca in concerto con alcuni stati africani - riesce a filmare l'impeto di vita, di allegria tenace che si esprime anche con i colori vivi dei tessuti e degli interni di case più che decorose, che anima un unico popolo inutilmente e tragicamente diviso in fazioni che procurano solo inutili spargimenti di sangue e ulteriore povertà laddove già le condizioni di vita generale non promettono sviluppi e miglioramenti di tenori di vita anche in un'epoca di pace.
L'Africa che prorompe energica e vitale, è quella dei colori vivaci, della cultura kreola, della gioia verso la vita, ed il film in qualche modo ne diviene veicolo coinvolgente e comunicatore.
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