Regia di Gregory Plotkin vedi scheda film
Horror adrenalinico e psichedelico, che rappresenta un ottimo lavoro di regia, piuttosto osteggiato dalla critica. Ma premiato dal pubblico. Novanta minuti che scorrono alla velocità della luce per quanto il film è stato ben realizzato.
"A causa di un imprevisto, il parco sta per chiudere. Avviarsi verso l'uscita." L'avviso di uno speaker annuncia che il festival horror itinerante, noto come "Hell fest", ha subito un cambio di programma. Tre coppie di adolescenti, la sera di Halloween, si sono addentrate al suo interno cercando brividi a buon mercato, trovando invece puro terrore. Un killer spietato -già all'opera un paio d'anni prima in un'analoga circostanza- approfittando del contesto, indossata una maschera ha preso di mira i sei ragazzi. Natalie (Amy Forsyth) e Brooke (Reign Edwards), scampate alle attenzioni del folle, si trovano in mezzo al caos quando il pubblico, preso dal panico, tenta di abbandonare il parco.
"È Halloween ed è l'unica sera che è concesso di uscire alla troia che è in te"; ancora: "La paura è afrodisiaca." Con frasi di questo tenore, Hell fest inizia malino, presentando il solito gruppo di teenagers in calore, pronto a compiere una serie di stupide azioni. Poi subentra il parco degli orrori itinerante, e con lui il killer inidentificabile, sorta di Michael Myers posto però nel suo ambiente naturale. Il labirinto degli zombi, il riformatorio, la terra degli zombi: sono i suggestivi scenari all'interno dei quali i personaggi sperimentano brividi, prima fittizi, poi reali. E da questo momento in poi Hell fest cambia registro, diventando una inarrestabile corsa sulle montagne russe.
Gregory Plotkin, al lavoro su una sceneggiatura non di sua mano, dirige alla grande riuscendo a rendere l'intero film teso come una corda di violino. Prima perché, sullo stile di Hitchcock, informa gli spettatori del pericolo, mentre i protagonisti ne sono all'oscuro. Il prologo ha questa funzione, poi amplificata dalle riprese in terza persona dell'ignoto cliente che passa i controlli ma, appena entrato, raccoglie un coltello all'interno del parco. L'uso del colore, qui sfruttato per creare una stimolazione quasi lisergica con la scusante del luogo (rosso, verde, blu si alternano con effetto stroboscopico), contribuisce a rendere onirico -perciò ancor più suggestivo- il clima di allucinata esperienza vissuta dai giovani protagonisti. Un paio di pugni allo stomaco vengono sferrati allo spettatore con la rappresentazione di due violentissimi delitti (un cranio fracassato con martello e una siringa che raggiunge il cervello, tramite bulbo oculare), così realisticamente messi in scena da far letteralmente tremare i polsi.
Quasi subliminale il cameo di Tony Todd, attore che da Candyman in poi viene chiamato spesso a fare comparse nei più svariati film horror. Lontano dall'essere un capolavoro, Hell fest è comunque un riuscito esempio di horror teso e visionario, molto ben curato nell'impianto scenografico. Dà giusta misura del talento di Gregory Plotkin, regista che probabilmente saprà riservare in futuro piacevoli sorprese. Nonostante la critica lo abbia -ingiustamente- affossato, Hell fest è rientrato del budget (5.500.000 dollari circa) nella sola prima settimana di proiezione USA, mentre a distanza di un mese ha letteralmente raddoppiato l'incasso. Il pubblico, evidentemente, ha un metro di valutazione più sincero, e per fortuna non si lascia condizionare troppo dalle penne di certi critici, che spesso scrivono bene di alcuni film solo per imperscrutabili interessi personali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta