Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Nightshifter

di undying

7 stelle

Raccapricciante (in senso positivo, trattandosi di un horror) debutto dietro la macchina da presa del promettente regista brasiliano Dennison Ramalho, che già aveva partecipato al collettivo ABCs of Death 2. The nightshifter garantisce 110 minuti di brividi, provocati da una funerea ambientazione e da spaventosi effetti speciali.

Stênio (Daniel de Oliveira) vive una tormentata esistenza con la moglie Odete (Fabiula Nascimento), nonostante la coppia abbia due bellissimi bambini. In aggiunta, l'imponente lavoro lo tiene sempre più lontano dalla famiglia. Stênio è addetto in un obitorio, si occupa di ripulire i cadaveri e sistemare le stanze delle autopsie. Un lavoro terribile, al quale ha però fatto l'abitudine, arrivando a stabilire un rapporto intimo con i morti: quando si trova da solo, può infatti dialogare con loro. Arrivando a conoscere cose, segreti, che solo i defunti possono sapere. Un tifoso ucciso per una lite, un mafioso di sua conoscenza che assieme al fratello ha assassinato il padre: due parole di dialogo, in linea diretta con l'Altro mondo, non le nega a nessuno dei trapassati. Ma i segreti dell'Aldilà a volte possono anche ferire. Quando Stênio apprende dai morti che sua moglie lo tradisce con il panettiere, decide di vendicarsi sfruttando questa insolita dote. Suggerisce, cioè, al fratello del mafioso che a compiere il delitto è stato l'amante della moglie. Durante un'aggressione, viene eliminato non solo il panettiere, ma anche Odette che era proprio in sua compagnia. Quando sul tavolo della morgue arriva anche il corpo privo di vita dell'assassino, le parole che sente pronunciare Stênio anticipano quel che dovrà subire: "Abbiamo ucciso due persone innocenti. Il diavolo è furioso grazie a te, coglione!" Per Stênio è l'inzio di un incubo senza più via d'uscita. Trova supporto in Lara (Bianca Comparato) la figlia del panettiere, che lo aiuta a seguire i bambini. Ma il cadavere senza pace di Odette si manifesta in più circostanze, rancoroso e alla ricerca di vendetta.

I presupposti arrivano lontanamente da After life (2009), Il guardiano di notte e dai più recenti - per clima funereo - Purgatoryo, Autopsy of Jane Doe e L'esorcismo di Hanna Grace. Il brasiliano Dennison Ramalho, che già aveva partecipato al collettivo ABCs of Death 2 (episodio J is for Jesus) decide di esordire nel lungometraggio in maniera decisamente impressionante. Sceglie un tema raggelante e scrive, assieme a Cláudia Jouvin, una funzionale e precisa sceneggiatura. Ambientato in un contesto angosciante, con presenza di corpi devastati e voci oltretrombali, Ramalho porta in scena un tormentato e predestinato protagonista.

Validi effetti speciali, interpretazioni convincenti da parte di tutto il cast e una costante incognita sullo sviluppo degli avvenimenti che riescono, di volta in volta, a impressionare. Morto não fala man mano che procede nella trama, riserva sorprese (spaventose) che riescono a far mantenere altissima l'attenzione durante la visione, sino all'ultimo secondo. Di tanto orrore, quello che più fa impressione è l'ipotesi, molto bene argomentata, di un universo "post mortem", rappresentato da cadaveri che conoscono tutte le informazioni possibili immaginabili per vie misteriose. Passato, presente e (forse) futuro che, per una misteriosa regola dell'Oltretomba, sembra essere a conoscenza di chi ha varcato la soglia.

"Ho combattuto con la morte. È la sfida meno eccitante che tu possa immaginare. Si svolge in un impalpabile grigiore, niente sotto i piedi, niente intorno, senza spettatori, senza clamore, senza gloria, senza il grande desiderio della vittoria, senza la grande paura per la sconfitta, in una atmosfera insalubre di tiepido scetticismo, senza molto sollievo nelle nostre stesse ragioni e ancor meno in quelle del tuo avversario." (Joseph Conrad)