Regia di Hal Ashby vedi scheda film
Inglesissima commedia inglese: surreale, humour-istica (poliziotto: 'mi mostri la patente'; anziana al volante: 'oh, non credo in queste cose'), intrisa del senso della morte eppure profondamente allegra, briosa. Ashby sa il fatto suo, la colonna sonora di Cat Stevens è azzeccatissima, c'è però qualche stereotipo di troppo, il film procede con un andamento quasi fumettistico, ed una eccessiva sottigliezza che sminuisce il valore dei personaggi. Un buffo inno alla vita che procede per negazioni: della gioventù, della vecchiaia (e dell'impossibilità di amarsi con sessant'anni di differenza), della famiglia, delle istituzioni, del divertimento, ma soprattutto della morte. Se il finale appare tragico, ecco che invece il protagonista dall'altrui morte (ri)comincia a vivere per davvero: negazione del dramma, che è in fondo lo spirito di questa commedia.
Una strana coppia di amici si forma ad un funerale: un diciottenne viziato con una morbosa attrazione per la morte (tanto da inscenare continuamente il proprio suicidio) ed una vivace quasi ottantenne. Cominciano a frequentarsi: da cosa nasce cosa e fra i due l'amicizia si stringe sempre più, sino a portarli sull'altare. Ma le sorprese non sono finite...
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