Regia di Hal Ashby vedi scheda film
Un film che non può essere se non degli anni settanta, folle, ingenuo, sempliciotto, fa tenerezza. Le cose migliori sono i finti suicidi, alcuni veramente divertenti, il vero fulcro della pellicola. Qualche scena è invece di bassissimo livello, in particolare la sequenza col poliziotto in moto, è una comicità paragonabile a quella dei film coevi di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, per palati che si accontentano. Altro momento di stanca è a circa un terzo della pellicola, soprattutto la scena nella quale Maude suona il piano e canta, quella è veramente un colpo basso, si prega il Cielo che finisca al più presto. La morale della vicenda, il messaggio che il film manda allo spettatore, può facilmente essere etichettato come superato e puerile, ma il grosso pericolo è che, a più di cinquant'anni dall'uscita di quest'opera, le cose siano tanto cambiate, in peggio, che quel messaggio non possa essere più recepito e soprattutto capito, e questa è una tragedia. Non c'è più il candore, l'integrità morale e la capacità di sperare per riuscire a prendere le cose, soprattutto le peggiori, con leggerezza e passare oltre. Per quanto riguarda l'Amore, beh, quello non esiste, è sempre stata solo un'illusione.
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