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Il sapore della ciliegia

Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film

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La recensione su Il sapore della ciliegia

di steno79
8 stelle

Palma d'oro a Cannes nel 1997, è uno dei film che hanno circolato maggiormente in Occidente di Kiarostami, dunque uno dei suoi più conosciuti. Non c'è una vera e propria trama, poichè il film segue un uomo maturo che circola per la periferia di Teheran, cercando una persona che possa aiutarlo a commettere un gesto suicida, e non c'è un vero e proprio scioglimento della narrazione, ma un finale "in sospeso", che comunque è meglio non rivelare. Si tratta di una meditazione sul significato della vita, svolta attraverso un argomento tabù nella cultura islamica (e non solo) come quello del suicidio. Kiarostami assume un punto di vista laico, resta neutrale senza prendere parte attiva nella storia, ci mostra il disperato protagonista in tre episodi-confronti con un soldato curdo, un seminarista afgano e un anziano signore di origine turca, Bagheri: i primi due si rifiutano nettamente di collaborare nel suo progetto, il terzo sembra accettare, ma gli offre comunque diverse motivazioni per restare in vita, a partire da un episodio in cui lui stesse tentò di uccidersi impiccandosi ad un albero di gelsi (ma, chissà perchè, il titolo parla di ciliegie) e fu trattenuto proprio dall'invitante profumo dei frutti. E' un film impegnativo e profondo, di impronta filosofica, un'opera estremamente rarefatta e scarnificata nello stile in cui vi è poca azione e i dialoghi rivestono un'importanza non indifferente, e in cui credo che vi siano anche allusioni politiche piuttosto cifrate ai governi oppressivi che si sono succeduti in certi paesi medio-orientali. E' un'opera che ho trovato stimolante per il pensiero, affascinante nella veste figurativa soprattutto in certe inquadrature ambientate in una discarica in paesaggi montagnosi, ma forse un pò troppo ascetica, in cui l'estrema rarefazione in qualche momento rischia di tramutarsi in noia, come se Kiarostami avesse preteso troppo dallo spettatore, anche perchè il finale di carattere meta-cinematografico non l'ho capito fino in fondo e mi è sembrato piuttosto dissonante col resto del film. Nel complesso, comunque un'opera che posso raccomandare tranquillamente, soprattutto per il suo notevole interesse tematico.
voto 8/10

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