Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film
A spasso per la periferia di Teheran cercando aiuto per suicidarsi.In estrema sintesi è questa la storia di questo film..o meglio la non storia perchè questo film non ha praticamente inizio e non ha fine perlomeno come siamo abituati a vedere un finale di film costruito su canoni stilistici più tradizionali.Qui c'è qualcosa di diverso in cui Kiarostami spiazza lo spettatore ancora una volta con una riflessione metacinematografica di grande presa emotiva e di grande raffinatezza.A noi non è dato sapere perchè il protagonista ,un uomo di mezza età ben vestito e con un fuoristrada costoso si aggiri per la sabbiosa periferia della capitale iraniana,tutta polvere e strade ciottolose,perchè abbia deciso di suicidarsi.Lo vediamo solo chiedere ad alcuni personaggi incontrati di aiutarlo nel suo folle gesto dalle oscure motivazioni.E i primi che interpella,un soldato e un seminarista rifiutano,si tirano indietro impauriti.Il terzo,che lavora in un museo di scienza abituato ad animali imbalsamati accetta a patto che sia già morto(lui deve solo riempire la fossa) e prendono accordi in questo senso.L'uomo di mezza età agisce con sempre più pressante urgenza ma noi non sapremo mai perchè,non sapremo neanche se mai l'imbalsamatore lo troverà nella fossa debitamente scavata e avrà provato che è morto.Al posto di un finale c'è uno stacco improvviso e si vedono uomini della troupe intenti al loro lavoro,insieme al protagonista e poi vediamo un gruppo di miliziani che quasi incuriositi si fermano nei pressi della troupe sul crinale di una collina a guardare chissà cosa.Leggendo più in profondità bisogna sottolineare che al regista non interessa più di tanto la storia del protagonista tanto da non doverla raccontare,interessano più i personaggi di contorno e la loro reazione di fronte alla morte e alle assurde richieste dell'uomo col fuoristrada.E il suo discorso non tocca neanche la religione o la religiosità dell'individuo,propone un protagonista che laicamente autodetermina il proprio destino senza per questo richiamare moventi religiosi.Poi il ritorno alla realtà ,come a dire che in un paese come quello in cui vive cose di quel genere sono assolutamente impossibili da considerare,possono essere solo fiction,il ritorno alla realtà è semplicemente il limite dell'arte cinematografica che più di tanto non può mostrare,non può inerpicarsi in discorsi così controversi e a rischio censura.Comunque questo è senza dubbio uno dei film più belli,personali e poetici di Kiarostami,maestro misconosciuto dell'arte cinematografica...
volto che non si scorda
non male
anche lui non si dimentica tanto facilmente...
dirige con la solita perizia e il solito sguardo fulgido e realista
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