Regia di Elio Petri vedi scheda film
si trova sempre il tempo per guardare il cinema italiano che conta. anche se poi mi ha un pò innervosito e addio alla serena buona notte. la fabbrica è una brutta bestia. e non come la scimmia che vuole imparare a fare come gli uomini e massa risponde: "povera bestia". qual'è quell'insana creatura che vorrebbe ridursi come lulù? o come tanti altri del resto. lo stercorario avrà coscienza di sè? intanto che gli scienziati riescono a capire se lo stercorario ha la coscienza di sè, questo bello bello continua a cercare merda e a farne tante belle palle da portare nella tana e deporci le uova. massa deve guadagnare soldi, perchè ne deve spendere. e allora fa il cottimo. non dorme... non ciula! e la mattina la sua donna(dio abbia in grazia la melato e chi l'ha fatta lavorare in quel periodo cinematofragico storico)smania nel letto. e lulù va in fabbrica a fare pezzi. ogni pezzo è un culo dell'adalgisa e così non pensa. cosa c'è da pensare in fabbrica? a niente, e allora si lavora. un pezzo, un culo, un pezzo, un culo e così via. fuori gli studenti e la linea dura contro il padrone e i sindacati e la linea morbida. insomma un casino. anche perchè un giorno a lulù gli parte un dito! gli s'incastra un pezzo(tra un culo e un altro pezzo) e per non perdere i danè non si ferma la macchina. ma la macchina la coscienza sociale non ce l'ha mica. e così via il pezzo e via anche il dito. da ex stakanovista il nostro lulù diventa un agitatore, un sospetto(indicato per una perquisizione anche dal metal detector "IMPARZIALE")e un indesiderato e quindi buttato fuori con una lettera. in paradiso lulù c'è andato in sogno. c'era 'sto muro da buttare giù e di là dal muro c'era la nebbia e tutti loro. ora il paradiso, il gianmaria e l'elio ce li conserva perchè di bestie così nel nostro cinema non ce le sogniamo nemmeno. la musica di morricone lo trasforma in un giallo del periodo, ma di giallo qui c'è solo il colorito di salvo randone, impazzito e rinchiuso in un ospedale per i matti.
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