Regia di Elio Petri vedi scheda film
Un vero capolavoro del nostro cinema.
Petri con un'apparente gelida indifferenza, ci introduce in fabbrica e ci mostra l'inferno del lavoro a cottimo, lo sfruttamento più esasperato e l'uomo ridotto a puro mezzo di produzione, il tutto con l'utilizzo quasi esclusivo di campi ristretti che rendono fortemente l'idea di claustrofobia. Volonté si cala nel personaggio come raramente ho visto fare. Il pessimismo è evidente, ma nel finale Petri accende una speranza ed invita alla lotta per raggiungere appunto "il paradiso" oppure lascia spazio all'idea che il lavoro della fabbrica abbia talmente tanto alienato gli operai da farli impazzire del tutto?
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