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La classe operaia va in Paradiso

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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La recensione su La classe operaia va in Paradiso

di Qualcunocheadorailcinema
8 stelle

Ludovico Massa, detto Lulù, è un operaio di 31 anni con due famiglie da mantenere e con alle spalle già 15 anni di lavoro presso la fabbrica B.A.N., due intossicazioni da vernice e un'ulcera. Stakanovista e sostenitore del lavoro a cottimo, grazie al quale, lavorando a ritmi infernali, riesce a guadagnare abbastanza da potersi permettere l'automobile e altri beni di consumo.

Lulù è amato dai padroni, che lo utilizzano come modello per stabilire i ritmi ottimali di produzione, e odiato dai colleghi operai, i quali scambiano la sua diligenza per servilismo.

Egli, tuttavia, non riesce ad essere contento della sua situazione, in quanto i ritmi di lavoro sono talmente sfiancanti che, tornato a casa, riesce a malapena a mangiare e ad annichilirsi davanti alla televisione, non ha nessuna vita sociale e nessun dialogo con i propri cari e non riesce neppure più ad avere rapporti con la compagna. La sua vita continua in questa totale alienazione, che lo porta a ignorare gli slogan di protesta urlati e scritti dagli studenti fuori dai cancelli, finché un giorno ha un incidente sul lavoro e perde un dito dopo aver cercato di estrarre manualmente un pezzo dal macchinario mentre questo è ancora in movimento, per abbreviare i tempi di lavorazione.

 

 

Sulla scia del successo ottenuto da Indagine... il duo Petri-Volonté va di nuovo a braccetto in questo secondo capitolo della trilogia della nevrosi. Se nella precedente pellicola il fulcro della nevrosi era l'alienazione del potere vista dal punto di vista di coloro che lo esercitano, qui è visto invece dal punto di vista di coloro che ne subiscono gli effetti e le conseguenze. Un lavoro che sempre più a fatica si comprende e con cui è impossibile identificarsi.

Il cottimo è uno strumento di mera sottomissione che finisce per identificare sullo stesso piano lavoratori e macchine

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