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La classe operaia va in Paradiso

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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La recensione su La classe operaia va in Paradiso

di galaverna
8 stelle

1972: a dividersi ex aequo la Palma d'Oro di Cannes, in un periodo di grandi lotte operaie e studentesche (ma anche di un'economia in fermento verso nuove prospettive per un'Italia sempre più industriale e meno contadina) sono "La classe operaia va in paradiso" di Elio Petri ed "Il caso Mattei" di Francesco Rosi. Non sorprende che il protagonista di entrambi sia Gian Maria Volontè, l'attore più in voga del momento ma anche un grande interprete capace di immedesimarsi totalmente con il proprio personaggio. Nel film di Petri interpreta un operaio che, dopo un incidente di fabbrica in cui perde un dito, da stakanovista della pressa diventa uno dei più critici antagonisti del sistema di produzione a cottimo, in grado di snaturare la vita di uomini votati solo ad un aumento costante della produzione. A volte con qualche eccesso caricaturale, l'operaio Lulu' Massa è comunque reso efficacemente da Petri in tutte le sue sfaccettature, da un rapporto sempre più critico verso il lavoro fino allo snaturamento dei rapporti familiari. Un film fortemente ancorato a quegli anni ma non per questo privo di una sua eterna attualità, una finestra aperta su un periodo controverso della nostra storia ma anche foriero di un grande coinvolgimento popolare che raggiungerà il suo apice proprio in quegli anni.

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