Regia di Hiroyasu Ishida vedi scheda film
Penguin Highway è un film d'animazione giapponese del 2018, diretto da Hiroyasu Ishida; l'opera è tratta dall'omonimo romanzo di Tomihiko Morimi.
Sinossi: Aoyama è un bambino particolarmente brillante, invece che giocare preferisce dedicarsi all'osservazione della realtà psicologica e sociale nonostante la giovanissima età. Un giorno nella sua cittadina compaiono un numero esorbitante di pinguini e vista la sua mente da scienziato proverà a dare una spiegazione a tale fenomeno; durante le ricerche sul campo insieme agli amici Uchida ed Hamamoto, risulterà determinate il particolare legame tra Aoyama ed una misteriosa ragazza, molto più grande di lui, denominata sorellona la quale è in grado di materializzare pinguini. Un bel mistero avvolge un piccolo centro urbano nipponico...
Penguin Highway segna l'esordio alla regia del giovane Hiroyasu Ishida (classe 1988) dopo una serie di corti tra cui l'interessante Festing Day, un ONA (original net anime) del 2014.
Ishida per il suo primo film, sceglie un soggetto alquanto intrigante dove l'obiettivo principale è raccontarci cosa significa crescere relazionandolo a tematiche difficili da digerire soprattutto per un pubblico fanciullesco, il tutto filtrato attraverso un approccio fantascientifico che ricorda moltissimo il cinema di Mamoru Hosoda (pensiamo a La ragazza che saltava nel tempo //www.filmtv.it/film/41755/la-ragazza-che-saltava-nel-tempo/recensioni/859776/#rfr:none); ed infatti è possibile individuare diversi parallelismi tra i due registi, dall'attenzione verso i più piccoli (Wolf Children //www.filmtv.it/film/53241/wolf-children-ame-e-yuki-i-bambini-lupo/recensioni/949069/#rfr:none, e Mirai //www.filmtv.it/film/157645/mirai/recensioni/952149/#rfr:none), passando ad un'animazione fluida, splendente in cui si esaltano gli spazi verdi e naturali fino al già citato contatto tra realtà contemporanea ed universo fantastico.
L'esordio di Ishida è un qualcosa che non ti aspetti per la molteplicità di argomenti e situazioni; da una parte inserisce velate note didattiche non troppo didascaliche e addirittura simpatiche (pensiamo alla sequenza dal dentista tra Aoyama ed il bulletto) per poi mettere in scena tematiche sci-fy complesse a tal punto da richiamare la teoria della relatività, ma come affermato all'inizio ciò che più preme al regista è mostarci la crescita dei suoi protagonisti, in particolare modo quando devono fare i conti con aspetti per loro inspiegabili.
Partiamo dalla pubertà affrontata con un pizzico di spregiudicatezza ed ironia; il giovanissimo Aoyama non riesce a comprendere del perchè è attratto dal seno della "sorellona" e confidandosi con il suo amichetto Uchida, afferma di pensare a tale questione per almeno una trentina di minuti al giorno anzi «quando sono in collera penso alle tette e mi tranquilizzo» così esclama il giovanotto.
Ancora inerente alla pubertà troviamo anche le prime scaramucce amorose, tuttavia risultano noiosette a tal punto da rendere il ritmo della parte centrale del film leggermente compassato; anche l'accenno al bullismo è un po' troppo superficiale e da queste cose emerge l'inesperienza del regista (un qualcosa di simile può essere ritrovato in Naoko Yamada e nel suo La Forma della voce //www.filmtv.it/film/141557/la-forma-della-voce/recensioni/906523/#rfr:none).
L'altro aspetto proposto dal regista in cui si evince una certa audacia riguarda il confronto con la morte; a tal proposito emblemtica la sequenza ambientata nel cuore della notte che vede la reale sorellina del protagonista svegliarsi di impeto e lanciarsi piangendo nel letto del fratello, in quanto ha preso coscienza che prima o poi loro madre morirà.
Nel finale del film trovano spazio anche quesiti esistenziali a cui è impossibile dare una risposta certa e razionale; la "sorellona" infatti si domanda quale sia il senso della vita e del perchè sia nata. Quesiti e riflessioni difficili da comprendere e metabolizzare messe in scena però con abilità senza risultare troppo astruse ma neppure banali.
Infine importante evidenziare anche l'aspetto fantascientifico dell'opera; non soltanto un pretesto per parlare di altro, bensì componente visiva primaria in quanto le varie apparizzioni dei pinguini (si materializzano dal nulla) regaleranno allo spettatore sequenze briose, colorate, creative e anche visionarie (pensiamo al "mare" e alle sue strane creature forse maligne forse no).
Nota di merito anche per la fluidità e ricchezza delle animazioni realizzate dal giovane dal Studio Colorido (fondato nel 2011).
Film stratificato, dedicato non soltanto ai bambini ma a tutti coloro che amano l'animazione; segnatevi il nome di Hiroyasu Ishida poichè ha davvero talento da vendere.
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