Opera a tratti bizzarra ma che alla fine appassiona commuove e diverte alla follia, pur essendoci alcuni passaggi "rompicapo" sulla relatività dello spazio-tempo.
Secondo appuntamento della nuova stagione anime della Nexo/Dynit.
Dopo Mirai di Mamoru Osoda è la volta di Penguin Highway di Hiroyasu Ishida, quarto film per il cinema dello Studio Colorido, ci troviamo di fronte a un opera apparentemente bizzarra ma che alla fine sviluppa la sua storia con la "Teoria della Relatività", in una dilatazione e restringimento dello spazio-tempo, partendo dall'improvvisa comparsa e scomparsa di pinguini in un'area disabitata, e successivamente un po per tutta la città.
Ayoama è un bambino di quarta elementare, studioso e molto superbo che parla come Eugene di The Walking Dead, che analizza ed esamina ogni cosa che gli capita annotandolo su di un diario, e anche lui è testimone dell'improvviso arrivo dei pinguini e da subito cerca di capire da dove vengono e perchè sono comparsi. E' segretamente "innamorato" di una ragazza che chiama sorellona ben più grande di lui assistente alla poltrona in uno studio dentistico, attratto da lei ma anche dalle sue TETTE che guarda insistentemente e spudoratamente, ma non ne capisce il motivo perchè sono simili a quelle della mamma ma diversamente attraenti e che usa nei pensieri per 30 minuti giornalieri per trovare la "calma e la pace interiore".
Ma pur essendo lui perso per le tette di sorellona, c'è una bambina Hamamoto che gli da del filo da torcere in fatto a intelligenza, infastidendolo non poco, ma che comunque questa loro caparbietà di scoprire i misteri che stanno avvenendo nella città li legherà in un avventura che li farà avvicinare.
Storia bizzarra e un po rompicapo con un animazione direi discreta, sospesa tra un quadro di Magritte e Uncle Grandpa ma che affascina e commuove e diverte alla follia specialmente nel finale funambolico.
Sicuramente una bella esperienza da vivere (anche) cinematograficamente.
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