Regia di John Woo vedi scheda film
Masterpiece? Yes, it is, a differenza di quello che possono pensare gli idioti a cui cambierei i connotati e compierei varie operazioni chirurgiche, irreversibili, ai loro volti di plastica.
Ebbene oggi, per il nostro consueto appuntamento coi Racconti di Cinema, disamineremo Face/Off, sottotitolato Due facce di un assassino e firmato dal grande John Woo (The Killer), qui alla sua vertiginosa ed entusiasmante terza regia in terra statunitense dopo l’interessante Senza tregua con Jean-Claude Van Damme e Nome in codice: Broken Arrow con Christian Slater e uno dei coprotagonisti della pellicola da noi presa in questione, ovvero John Travolta. Che qui meravigliosamente duetta con Nicolas Cage. Face/Off, film della durata considerevole di due ore e tredici minuti, uscito sui grandi schermi mondiali nel ‘97 e divenuto, all’istante, oltre che un campione d’incassi, un classico dell’action shakerata alla fantascienza thrilling più peculiare e agganciata, in tal caso, alla poliedrica eppur immediatamente riconoscibile poetica cineastica di Woo. A tutt’oggi, peraltro, può vantare la sacrosanta e alta media recensoria, su metacritic.com, del considerevole 82% di opinioni largamente favorevoli. Prodotto dal lungimirante Michael Douglas, scritto dalla premiata ditta formata dai valenti Mike Werb & Michael Colleary, Face/Off, pur rispettando appieno i canoni e gli stilemi, principalmente d’azione, così come sopra appena accennatovi, caratteristici di tal genere a cui è parzialmente ascrivibile, al contempo se ne dissocia, distinguendosi per l’inconfondibile cifra stilistica di Woo e, di conseguenza, elevandosi dalla media di questo tipo di pellicole, raggiungendo sublimi vette, osiamo dire apoteotiche, d’eccentricità geniale e mirabile. Trama, sinteticamente riferitavi per non sciuparvene la visione:
Sean Archer (un magnifico Travolta) è uno stacanovista e coriaceo agente dell’FBI che, oramai da una vita, dà la caccia spietata allo psicopatico criminale terrorista di nome Castor Troy (un Cage, parimenti al suo collega, straordinario e qui al top del suo, stavolta pertinente, proverbiale overacting imbattibile e carismatico). Troy, inoltre, ha involontariamente assassinato il figlio di Archer. Invero, voleva uccidere Archer ma, per sfortunose circostanze impreviste e avverse, giustappunto, ha trucidato il sangue del sangue del suo antagonista. Archer, dopo l’ennesimo suo inseguimento spericolato e una pirotecnica sparatoria micidiale, è riuscito a incastrare Troy. Troy, però, malgrado sia uscito sconfitto dal duello a fuoco contro Archer, non è morto, bensì, salvatosi per miracolo, è ora giustamente recluso in una prigione di massima sicurezza assieme a suo fratello Pollux (Alessandro Nivola, Wizard of Lies). Prima d’essere acciuffato dalla giustizia, Troy aveva piazzato una bomba ad orologeria all’interno d’un centro congressi, sì, un esplosivo ordigno programmato per deflagrare in modo detonante e omicida al fine di compiere una carneficina e un’impietosa strage sanguinaria. Per riuscire a carpire informazioni in merito alla bomba batteriologica innescata da Troy, Archer si sottopone a un rivoluzionario esperimento incredibile. Cioè, assume esattamente le sembianze di Troy in virtù d’una operazione chirurgica prodigiosa e avveniristica. Stessa cosa però dicasi per Troy. Il quale, presto, si trasforma in Archer, impossessandosi perfino della sua vita privata e sentimentale.
Secondo il giudizio critico del dizionario Morandini: «Woo ha tratto un film che, per la 1ª volta a Hollywood, gli appartiene, pur nel suo manierismo e pur accontentando le esigenze della committenza. I temi del sottotesto sono tanti tra cui, fondamentale, quello del bene che, per essere tale, deve conoscere veramente il male, e praticarlo. Conta, comunque, la scrittura, il virtuosismo della regia, a patto di cogliere quel filo di umorismo, se non di ironia, che attraversa il film come un fiume carsico, ora in superficie, ora sotterraneo».
Giudizio che ci trova concordi. Infatti, se accettiamo l’inverosimile eppur affascinante assunto della metamorfosi speculare dei due acerrimi rivali, Face/Off non solo non delude le aspettative, bensì si rivela esaltante, eccezionale ed emozionante al massimo grado. È un congegno filmico, girato magistralmente, d’azione purissima e strepitosa misto alla science-fiction più avanguardistica in forma deliziosamente succulenta. Con due attori superbi e squisiti, una bravissima Joan Allen nei panni della moglie di Archer, una stupenda Dominique Swain in quelli della figlia e una sexy Gina Gershon. Bella fotografia di Oliver Wood.
di Stefano Falotico
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