Regia di François Ozon vedi scheda film
Prendendo le mosse dallo scandalo realmente accaduto in Francia a partire dal 2015, Ozon firma il suo film più verista, portando sotto gli occhi dello spettatore un’altra vicenda destinata a scuotere l’emotività dello spettatore.
Dopo aver saputo che il prete (Verley) che abusava di lui quando, da bambino, frequentava gli scout, Alexandre (Poupaud), cattolicissimo padre di famiglia di Lione, decide di denunciare gli accaduti di oltre 20 anni prima. A quella denuncia se ne accompagnano altre, che fanno nascere il movimento La parola liberata, grazie a cui i bambini abusati di un tempo fanno i conti col proprio passato - che ha lasciato conseguenze diverse su ciascuno di loro - facendo sentire la propria voce e scoperchiando la censura che gli alti ranghi della Chiesa ha voluto imporre alla vicenda.
Prendendo le mosse dallo scandalo realmente accaduto in Francia a partire dal 2015, Ozon firma il suo film più verista, portando sotto gli occhi dello spettatore un'altra vicenda destinata - come in tutta la sua opera precedente - a scuotere l'emotività dello spettatore. Soltanto che in questa occasione la narrazione si fa asciutta, i cortocircuiti diegetici dei film precedenti vengono del tutto abbandonati e il suo cinema, come sempre capace di uno sguardo "altro" e intelligente, si propone in una veste esplicitamente militante, al pari di opere come Il caso Spotlight o Magdalene.
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