Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Il cinema di Bresson non è mai stato "per tutti", ma qui è ancora più criptico, e la sensazione di straniamento cui è sottoposto lo spettatore è acentuata dalla recitazione catatonica, da teatro brechtiano, degli attori, tutti rigorosamente non professionisti. Il discorso sembra farsi fin troppo complicato dal punto di vista concettuale, mentre sul piano puramente cinematografico, pur mantenendo i suoi tempi e i suoi metodi, Bresson sembra piegare il capo a una sorta di manierismo godardiano, che per troppi anni in Francia è sembrato vincente, allontanando dal cinema transalpino molti spettatori, disposti, sì, ad ascoltare discorsoni, ma non a farsi prendere per il culo da un regista qualunque. In ogni caso, "Il diavolo probabilmente" è un film intelligente, ma non coinvolgente: a chi volesse accostarsi al cinema di Bresson, consiglierei di cominciare dal "Diario di un curato di campagna" (1950), da "Pickpocket" (1959) o perfino da "L'argent" (1983), successivo a questo ed ultimo film del Maestro. (28 giugno 2008)
Un ragazzo intelligentissimo, deluso dalla vita e da chi gli sta intorno, sceglie la via del suicidio, un po' alla maniera degli antichi romani, un po' sacrificandosi come Gesù Cristo.
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