Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
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Una lenta, a tratti dolorosa, "confessione laica", da parte di un Almodovar certamente onesto e sincero, ma (A MIO PARERE) "minore". Anche un pò troppo lungo e troppo poco incisivo riguardo ai rimandi al passato. Voto: siccome lo ammiro lo premio, comunque, con un 6 (sei).
commento di Roberto MorottiUn racconto semplice e molto personale, quasi intimo, una confessione aperta come forse mai era accaduto, ma contenuta nei limiti di un rigoroso equilibrio formale che ci riporta ai migliori mélo del regista, che con leggerezza gentile, sa come mantenere alta l’emozione del pubblico, che lo ripaga, alla fine della visione, con sorridente commozione
leggi la recensione completa di laulillaAll'inizio sembra uno sterile esercizio di stile autoreferenziale e mi stava facendo una brutta impressione. Poi per fortuna la storia prende quota e ti ritrovi davanti a un bel film, con un eccellente Banderas a dettarne i tratti.
commento di silviodifedeUno dei migliori Almodovar, maturo ed interessantissimo.
leggi la recensione completa di tobanisNotevole film del geniale regista Pedro Almodòvar. Banderas ispiratissimo, brava la Cruz.
leggi la recensione completa di Furetto60La cifra stilistica del cinema di Almodovar è in grado di essere personale ma universale al tempo stesso, evocativa come poche altre in quella dimensione della memoria in cui il cinema diventa l’intimo ricordo al sapore di “pipì, gelsomino e brezza d’estate”.
leggi la recensione completa di ndr94Almodovar in stato di grazia
leggi la recensione completa di siro17Devo dire la verita',mi e' piaciuto senza grandi entusiasmi,al netto che Banderas recita in modo misurato e perfetto,ma del regista gli ho preferito altre sue opere.
commento di ezioSempre più disilluso e nostalgico.
leggi la recensione completa di kubritchHa i tempi della riflessione su se stessi. Illuminante la puntata sul film di Uomini e Profeti del 8 giugno su Radio3.
commento di Marsil_ClaritzRamblas del tramonto
leggi la recensione completa di Leo PitierPedro Almodòvar firma un racconto intimista sincero e profondo, che chiude (attraverso riflessioni teoriche e filosofiche) il proprio cerchio stilistico-ideologico. Nel testo si va dal dolor alla gloria, ma anche all'inverso, e proprio per questo l'opera assume i connotati di un Melò dal grande respiro.
leggi la recensione completa di IlCinefilorossoAlmodóvar firma con questa pellicola dalle tinte autobiografiche la sua opera migliore degli ultimi anni, realizzando al suo solito un melodramma, questa volta più malinconico, sensibile e trattenuto, senza le esplosioni di pianti o di riso a cui ci aveva abituato.
leggi la recensione completa di port crosIl Re è nudo. Insulso, infantile, recitazione innaturale. Un racconto personale del genere "chi se ne frega" (bastava un articolo su una rivista di gossip) che viene propinato con dovizia di inutili particolari, sotto forma di squallida fiction. Nessuna parvenza di cinema. Solo l'accennare 8 e mezzo è una bestemmia.
commento di iroAutoreferenziale, ma sempre pieno di emozioni!
commento di leplugun film sulla nostalgia dell'età, sugli amori scoperti inaspettatamente, feriti, persi e poi puntualmente ritrovati. forse alla fine si vive in pace con se stessi solo accettando i propri scheletri nell'armadio
commento di cantautoredelnullaDolor y gloria o Being Pedro Almodovar
leggi la recensione completa di momasu