Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Film che, per ideologia e profondità di concetto, di scavo interiore, naviga sulla scia del Sorpasso di Risiana memoria. Il contesto è lo stesso: il boom, la sfrenatezza delle notti a base di ottimismo (la droga degli anni sessanta), una certa vacuità sociale, i personaggi freschi e trasparenti nella loro inconsistenza morale e nel loro ansiogeno arrivismo, i furbi e i fessi, i poveracci e i pochi imperatori, la musica ondivaga e straniante fra le banalità di un Di Capri e la dolcezza intimista di Endrigo ("mani bucate" è lo specchio fedele dell'intera esistenza della protagonista). Al posto dello smarrimento di Roberto Mariani del Sorpasso troviamo Adriana, decisamente meno timida di lui ma proprio per questo piu' vulnerabile, perchè si espone di piu', concede anche a chi non se lo merita. Ma è ottimista, lei, e spera sempre. Un giorno, dopo una derisione pubblica, capisce che il mondo le crolla addosso e le spalle sono troppo strette per sopportare il peso.
Fra gli interpreti menzione a Tognazzi, maestro del "patetismo italico", sfrecciate compiaciute di Manfredi e Salerno. Ma al centro c'è lei, Adriana, Stefania Sandrelli, incredibilmente brava, meravigliosamente bella e triste, vittima della sua ingenuità.
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