Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Certamente buono, ma cupo e un po' sopravvalutato. O forse è solo invecchiato, perché di mezzo c'è stato un cambiamento sociale che rende poco credibili, ai nostri occhi, donne così vuote e disarmate come la protagonista. Pregi: gli attori sono tutti bravi; la critica sociale è incisiva, quasi senza speranza. Difetti: i personaggi maschili sono tutti o cialtroni o poveretti, e questo alla lunga diventa ripetitivo e stanca.
Rimane impressa.
Antipatico, ma bravo.
Nella parte dell'attore decaduto che cerca lavoro, fa un cammeo memorabile.
Bravo, ma rifà il personaggio de La parmigiana, ed è meno simpatico.
Brava, anche se forse non era in grado di avere tutto il film sulle sue spalle (gli altri attori entrano e escono, la sua è l'unica presenza fissa).
Ha girato con una attenzione maniacale ai dettagli, col risultato che a tratti il film sa un po' di costruzione a tavolino. Gli attori raccontano che Pietrangeli li costringeva a rifare la stessa scena venti volte. Pare che per questo, durante la lavorazione di un altro film, Gassman (che qui compare in un frammento di suo film proiettato in una sala cinematografica) stesse per menarlo. Una regia abile, ma forse un po' snervante. Ne "La Parmigiana" c'è più equilibrio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta