Regia di Robert Altman vedi scheda film
Il film della svolta, la prima grande lezione del suo cinema polifonico e dissacrante. Altman non sa che farsene della trama, tratta argomenti seri senza essere serioso, il genere dei suoi film è solo la cornice dove far esplodere il suo cinema caotico e cacofonico. Nessuno prima di lui ( e forse anche dopo ) aveva raccontato la guerra in maniera così leggera, facendoci entrare in questo M.A.S.H. senza il peso della retorica militarista o la violenza gratuita tanto cara a Tarantino. La differenza tra quest'ultimo e altman sta appunto nella grande capacità del primo di fagocitare il cinema che guarda e apprezza, il nostro invece distrugge semplicemente le regole modello di ogni genere che affronta. La ricostruzione avviene poi attraverso frammenti di storie e l'accumulazione di personaggi secondo la sua visione impressionista. La novità di questo film fu tale che se andate a risentire le dichiarazioni dei due protagonisti ( si fa per dire ) Elliott Gould e Donald Sutherland sentirete i loro dubbi rispetto all'opera, rispetto cioè al modo di girare del regista libero di stravolgere ( come infatti fece ) la sceneggiatura originaria e di non avere di fatto una divisione rigida tra attori principali e non. L'opera di dissacrazione non risparmia nemmeno uno dei quadri religiosi più conosciuti e discussi della storia dell'arte, l'effetto della scena del finto suicidio del dentista è notevole. L'ironia di questa sequenza mi ha fatto pensare che mentre il mondo si divideva tra pro e contro Dan Brown il nostro se la rideva anarchicamente alla faccia nostra. Il sarcasmo della coppia Gould-Sutherland fuori dal lavoro, non diventa mai pressapochismo nella camera operatoria. Il rifiuto dell'autorita(rismo) dei militari è utile se serve a salvare la vita di un bambino anche se poi dopo si può giocare a golf o accoppiarsi ad una prostituta. In definitiva forse il nostro non ha inventato il cinema senza plot ma di sicuro ne è stato uno dei realizzatori più importanti di tutto il cinema.
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