Regia di Igort vedi scheda film
Io sono la mia casa.
Peppino Lo Cicero, killer precisissimo ormai in pensione, devoto alla Madonna e alla memoria della sua scomparsa moglie, fa un regalo di compleanno all'amato figlio: una colt di raffinata fattura...
La Napoli di Igort, fumettista ed autore della storia nonché regista del film, non è quella che si ammira in cartolina: al posto del mare i vicoli, al posto del sole la notte e la pioggia.
L'universo esplorato è un universo chiuso: un mondo di cattivi in cui i personaggi interagiscono fra di loro, senza alcuno spazio per estranei. Un universo in cui gli eroi, se anche dovessero esistere, sarebbero per lo meno un po' ambigui, e in cui i criminali addirittura rappresentano una necessità al fine di assicurare l'equilibrio biologico del pianeta (il criminale sociologicamente è l'equivalente degli insetti in natura).
La vicenda ha i toni del noir anni '40, compreso lo stile retrò dell'abbigliamento, mescolati a tocchi di manga e in una giusta dose di splatter. Il protagonista a un certo punto agisce d'impulso, senza un'apparente logica ma spinto da anni di probabili frustrazioni e sofferenze. Solo alla fine si riuscirà a cogliere il senso del tutto, ma nel frattempo ci saremo immersi in una storia di solitudine e in un'atmosfera densa che si apprezza senza alcuna esitazione.
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