Succede sempre così con i film di Gianni Di Gregorio. Escono alla chetichella, quasi clandestinamente e poi all'improvviso ne senti parlare. Il David Di Donatello vinto per la miglior sceneggiatura ha risvegliato il mio interesse per questo autore così fuori dagli schemi.
Lontano lontano è un film del 2019 con lo stesso Di Gregorio, Giorgio Colangeli e il compianto Ennio Fantastichini, qui nella sua ultima e, secondo me, migliore performance.
La storia è come sempre molto semplice e lineare. Tre anziani, fondamentalmente soli, decidono di lasciare l'Italia per trasferirsi in un luogo esotico dove la loro pensione permetterebbe loro di fare la vita da nababbi e realizzare i loro sogni. Nell'organizzazione della partenza si rendono conto che di sogni, in fondo, non ne hanno mentre per altri quel "lontano lontano" più che un luogo dove finire la popria esistenza costituisce il luogo dove realizzarla.
Tre animi nobili, nonostante le condizioni, si incontrano e si arricchiscono di amicizia e solidarietà e regalano a noi, che stiamo a guardarli, una rara occasione di compiacimento per quello che nonostante tutto ancora siamo.
Il film è assolutamente da vedere. Bello, a tratti divertente, e garbato, come tutti i lavori da regista di Di Gregorio, risultando notevolmente migliore del precedente sgangherato Buoni a nulla.
Nel cast anche Daphne Scoccia (Fiore), Roberto Herlitzka e Galatea Ranzi (La grande bellezza, Il commissario Ricciardi, Rocco Schiavone).
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