Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Delle tre lingue ufficiali dello Stato italiano, il romano, il napoletano e il siciliano, la prima è sicuramente la più comprensibile, la meno aggressiva e quella più nostalgica, con più saudade, se mi si passa il termine. Certo, questa pellicola non è evocativa come "Un Sacco Bello", con cui però ci sono parecchi punti di contatto: regista e interprete, tre personaggi, Trastevere e la Porta Settimiana in particolare. Il film è garbato, pacato, scorre agile e la sceneggiatura è discreta, apprezzabile. La fine è super buonista, pura fantascienza, ma ci può stare. Apprezzabile la parte tecnica, buona la fotografia, gli attori forniscono interpretazioni confortanti, la regia è soddisfacente. Probabilmente il problema è che la Roma di quarant'anni fa di "Un Sacco Bello" non esiste più.
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