Regia di Dennis Iliadis vedi scheda film
Una pellicola diretta con mestiere e recitata benissimo. Purtroppo però resa insopportabile dalla logica della Blumhouse: che è poi quella del film copia/incolla (il referente è il poco avvincente Perimetro di paura) realizzato a basso costo. Qui lo spettatore deve subire anche una spicciola psicologia sulla deriva dei valori familiari. Pesante.
Delirium (II) (2018): Callan Mulvey, Topher Grace
Tom (Topher Grace) esce da un istituto di igiene mentale poco dopo il suicidio del padre. Dovrà passare trenta giorni ai domiciliari, con condotta monitorata dalla tutor Brody (Patricia Clarkson). Nella solitudine della enorme dimora, Tom ha spettrali visioni (vede più volte il mastino -abbattuto- del genitore) e incontra il fratello Alex (Callan Mulvey): cosa, questa, logicamente impossibile, dato che il fratello dovrebbe essere in galera. Tom socializza con Lynn (Genesis Rodriguez) l'incaricata che consegna la spesa porta a porta, alla quale confida il suo turbolento passato, costituito da un brutale fatto di sangue.
Delirium (II) (2018): Topher Grace
"A volte servono due uomini per fare un fratello." (Alex / Callan Mulvey)
"Ti senti dire così tante valte che sei inutile, che poi inizi a crederci tu stesso." (Lynn / Genesis Rodriguez)
Delirium (II) (2018): scena
Ancora Jason Blum e una delle sue produzioni a basso budget, questa volta messa in cantiere con il supporto "economico" di Leonardo DiCaprio. Pur essendo, questo Delirium, il classico horror a basso contenuto adrenalinico, tipico della famigerata Blumhouse, va spezzata una lancia in favore della valida struttura filmica, con messa in scena ben composta grazie alla solida e performante regia di Dennis Iliadis, cineasta qui al terzo importante titolo dopo il riuscito remake L'ultima casa a sinistra (2009) e il confuso e irrisolto +1 (2013). Poi però, per tutto il resto, son dolori da vera emicrania: personaggi -Alex in testa- che non è chiaro se siano spettrali presenze o proiezioni mentali del protagonista; prigionieri incatenati in sotteranei segreti che sopravvivono all'inedia (mangiare e bere, no eh?); un finale -come poi gran parte della sceneggiatura- da fucilazione alla schiena per chi ha avuto il coraggio di scriverlo (e pensarlo).
Delirium (II) (2018): Topher Grace, Patricia Clarkson
E dire che Topher Grace recita benissimo, purtroppo al servizio di una cosetta così insipida, priva di ritmo, tensione e azione, frutto del deprecabile vizio (mirato a fare cassa) di Blum, ch'è poi quello di sfruttare il genere sino in fondo. Alla faccia degli spettatori!
Delirium (II) (2018): scena
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