Regia di Benjamín Naishtat vedi scheda film
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Film nel quale i personaggi rappresentano categorie (qui si risparmia il clero) che ebbero responsabilità/connivenza con la truce dittatura argentina degli anni '70 '80. Opera dall'andamento lento, simbolica, adatta a evidenziare le caratteristiche morali che sottendono in genere all'avvento di tutte le tirannie.
commento di bombo1La viltà borghese, sentimento di omologazione e accondiscendenza all'autorità, è il vulnus su cui operano le macchinazioni di una trasformazione che contempli l'uomo nuovo, prototipo di un interesse personale che cede alla subdola ostentazione di un esercizio del potere che ha ormai contaminati tutti i gangli vitali del consorzio civile.
leggi la recensione completa di maurizio73I primi venti minuti di "Rojo" sono folgoranti, un incipit kafkiano che ha lo scopo di far respirare il clima di violenza presente nel paese. Poi il ritmo cala decisamente, lasciando sullo sfondo segreti inconfessati che si vogliono tenere nascosti. Fino a che non entra in scena Alfredo Castro, che rialza i giri di questo film interessante.
commento di Peppe Comune