A metà degli anni Settanta, l'Argentina è sconvolta da un'ondata di violenza politica senza precedenti. Dario, un noto avvocato cinquantenne, conduce un'esistenza tranquilla con la sua famiglia fino a quando una sera si mette a discutere con uno sconosciuto. Nella confusione dello scontro che ne consegue, questi tira fuori una pistola e si spara alla testa senza però morire. Dario, al posto di cercare aiuto, decide di abbandonare lo sconosciuto ancora vivo nel vicino deserto. Con il passare del tempo, si renderà conto che il suo segreto è solo uno tra tanti...
Film nel quale i personaggi rappresentano categorie (qui si risparmia il clero) che ebbero responsabilità/connivenza con la truce dittatura argentina degli anni '70 '80. Opera dall'andamento lento, simbolica, adatta a evidenziare le caratteristiche morali che sottendono in genere all'avvento di tutte le tirannie.
La viltà borghese, sentimento di omologazione e accondiscendenza all'autorità, è il vulnus su cui operano le macchinazioni di una trasformazione che contempli l'uomo nuovo, prototipo di un interesse personale che cede alla subdola ostentazione di un esercizio del potere che ha ormai contaminati tutti i gangli vitali del consorzio civile.
I primi venti minuti di "Rojo" sono folgoranti, un incipit kafkiano che ha lo scopo di far respirare il clima di violenza presente nel paese. Poi il ritmo cala decisamente, lasciando sullo sfondo segreti inconfessati che si vogliono tenere nascosti. Fino a che non entra in scena Alfredo Castro, che rialza i giri di questo film interessante.
Avvocato rispettato di una piccola comunità della provincia argentina è l'involontario protagonista di uno strano delitto. Capirà ben presto che la sua posizione ed i suoi principi sono stati radicalmente messi in discussione da un sistema di potere ineffabile e pervasivo.
Bastava che qualcuno dicesse di no e sarebbero stati subito gli anni '60 (A.S.)… leggi tutto
Con tre anni di ritardo è arrivato in Italia "Rojo", film argentino diretto da Benjamin Naishtat, presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival del 2018. È arrivato direttamente in streaming anche se avrebbe meritato un'apparizione in sala in condizioni normali.
Siamo di fronte ad un dramma socio-politico, ambientato, come dice la didascalia iniziale,… leggi tutto
Provincia argentina, 1975. Mentre sta aspettando la moglie in un ristorante, un avvocato di successo (Grandinetti) viene aggredito verbalmente da un avventore (Cremonesi) che ne pretende il posto a tavola. La faccenda sembra finita lì, ma al termine della cena l'uomo si presenta dalla coppia, la minaccia e si tira un colpo di pistola alla tempia, senza morire. L'avvocato decide di…
Con tre anni di ritardo è arrivato in Italia "Rojo", film argentino diretto da Benjamin Naishtat, presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival del 2018. È arrivato direttamente in streaming anche se avrebbe meritato un'apparizione in sala in condizioni normali.
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Avvocato rispettato di una piccola comunità della provincia argentina è l'involontario protagonista di uno strano delitto. Capirà ben presto che la sua posizione ed i suoi principi sono stati radicalmente messi in discussione da un sistema di potere ineffabile e pervasivo.
Bastava che qualcuno dicesse di no e sarebbero stati subito gli anni '60 (A.S.)…
Il mondo dello streaming non sarà più lo stesso. È una frase che, diciamocelo, abbiamo sentito tante, infinite volte. Eppure, questa settimana è stata una sorta di mantra collettivo che…
CINEMA OLTRECONFINE
Venti minuti memorabili segnano l'inizio di una disputa che comporterà una assunzione di responsabilità gravissima, ed una presa di coscienza su un comportamento omissivo ed oculatamente e codardamente volto a coprire i misfatti di un regime in procinto di manifestare tutti gli spettri e le negatività di una dittatura imposta con il sangue e la…
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Commenti (3) vedi tutti
Film nel quale i personaggi rappresentano categorie (qui si risparmia il clero) che ebbero responsabilità/connivenza con la truce dittatura argentina degli anni '70 '80. Opera dall'andamento lento, simbolica, adatta a evidenziare le caratteristiche morali che sottendono in genere all'avvento di tutte le tirannie.
commento di bombo1La viltà borghese, sentimento di omologazione e accondiscendenza all'autorità, è il vulnus su cui operano le macchinazioni di una trasformazione che contempli l'uomo nuovo, prototipo di un interesse personale che cede alla subdola ostentazione di un esercizio del potere che ha ormai contaminati tutti i gangli vitali del consorzio civile.
leggi la recensione completa di maurizio73I primi venti minuti di "Rojo" sono folgoranti, un incipit kafkiano che ha lo scopo di far respirare il clima di violenza presente nel paese. Poi il ritmo cala decisamente, lasciando sullo sfondo segreti inconfessati che si vogliono tenere nascosti. Fino a che non entra in scena Alfredo Castro, che rialza i giri di questo film interessante.
commento di Peppe Comune