Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Devo dire che quando ho iniziato a vedere il film mi aspettavo tutt'altro, mi aspettavo un film simile a: ''ecce bombo'' di Nanni Moretti o ''Berlinguer ti voglio bene'' di Roberto Benigni, ovvero un film in grado di raccontare il disagio giovanile negli anni 90. Alla fine mi sono ritrovato a vedere un racconto di formazione che sembra ideato nel 2025 da un boomer che ha idealizzato il passato. Un racconto di formazione rozzo, caciarone, con gli immancabili babbei che sculettano in una balera negli idealizzati anni 60. Non c'è la volontà di analizzare il presente bensì quella di trastullarsi nel passato. Ma a parte la mia ingenua delusione cagionata da aspettative errate, devo dire che in certi momenti sono stato costretto ad attivare la cosiddetta:''sospensione dell'incredulità'', che avrebbe senso se il film fosse ambientato in una galassia lontana lontana tanti secoli fa come guerre stellari, tuttavia in un film ambientato nella Livorno del periodo 1965-1995 non dovrebbe servire in linea teorica. La scena in cui il protagonista domenica 11 liuglio 1982 vede una donna completamente nuda su un balcone intenta a mostrare a tutto il vicinato seno e vagina è altamente improbabile, il protagonista avendo otto anni dovrebbe ridere, tuttavia sorride maliziosamente come un ragazzo tra i 13 ed i 19 anni, scena improbabile, pruriginosa e volgare. Sciocco mostrare un bambino che si comporta da adulto, improbabile che una donna si comporti come il maniaco dei giardinetti pubblici che indossa solamente l'impermeabile. La seconda scena dove sono stato costretto a ricorrere alla ''sospensione dell'incredulità'' è molto più prosaica ma comunque anch'essa improbabile: il protagonista si fa un mucchio di chilometri in auto solo per sferrare un pugno all'amico reo solamente di avergli nascosto alcuni dettagli della sua vita privata, l'amico in teoria dovrebbe dire:'' esci da questa casa e non farti più vedere'', in pratica non solo continua ad essergli amico ma gli trova pure lavoro nell'azienda di famiglia, oltretutto questo amico viene introdotto in maniera troppo frettolosa nel film, sembra piovuto dal cielo. Alcune opportunità che avrebbero potuto essere interessanti non sono state sviluppate a dovere, ad esempio la matrigna cattiva poteva essere utilizzata in maniera più profonda, non in una scena di sesso squallida e volgare. L'impressione è che il regista che all'epoca era ultra trentenne cerchi di proiettare la propria personalità su personaggi, che essendo molto più giovani in teoria avrebbero dovuto ragionare diversamente, un diciottenne non ragiona come un trentenne, peccato perchè Paolo Virzì è l'autore di quel piccolo capolavoro chiamato:'' N io e Napoleone''. Unica parentesi positiva: una Nicoletta Braschi in splendida forma, guarda caso la Braschi è leggermente più anziana del regista, quindi il suo personaggio è stato scritto bene dal regista. Voto: 5.
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