Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
La vita caotica di un giovane livornese, tra famiglia, amicizie e amori - tutti instabili.
È una pellicola veloce e quasi nervosa, girata in formato “diario” con voce narrante. La regia è solida, e la varietà della narrazione tiene, nonostante i molti personaggi e il gran numero di eventi raccontati.
I personaggi sono realistici, e sembrano presi direttamente dalla vita reale. I più riusciti sono la professoressa sfortunata interpretata da Nicoletta Braschi (senza Benigni sembra recitare meglio), il “figo” spregiudicato sciupafemmine Marco Cocci, e la bella della situazione (di cui non ricordo il nome), fragile e volubile come ci si aspetta.
Il protagonista si barcamena tra bontà, meschinità, amore e indifferenza. Ne esce un ragazzo né carne né pesce il quale, allo stesso modo, fa fatica a prendere le decisioni della vita, lasciandosi più che altro trasportare dalla corrente. Un simpatico scavezzacollo, insomma.
Dopo aver visto la pellicola praticamente con il fiatone, è rimasto in me un vago desiderio di maggiore profondità, che il film si soffermasse un po' di più sulle situazioni e sui personaggi. Il materiale basterebbe per tre film, infatti. Accanto alle sue innegabili doti registiche, Virzi ha una certa tendenza alla fretta e al voler dire molto in ogni situazione. Se avesse un maggiore equilibrio sotto questi aspetti, potevamo avere un buon film, senza distinguo.
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