Regia di Leonardo Guerra Seràgnoli vedi scheda film
Lavinia, Carla e Danila hanno appena conseguito il diploma delle scuole superiori, come premio la mamma di Lavinia ha regalato alla figlia e alle sue 2 amiche una vacanza in barca. Le 3 ragazze trascorrono le loro settimane estive passando da un’isola croata all’altra, in compagnia di uno skipper che parla solo il croato e l’inglese.
Il film è una sorta di mockumentary girato attraverso i cellulari delle giovani, che sono continuamente on-line , lo scopo principale è condividere ogni loro momento sui social. Danila (Angela Fontana) è ossessionata dall’ottenere più follower possibili, cercando di immortalare ogni occasione che si viene a creare, e quando non è possibile, la costruisce “a tavolino”, anche a scapito della privacy di chi è con lei.
Lavinia (Blu Yoshimi) utilizza chat di incontri, utilizzando un nickname provocante, fa filmati molto spinti per approcciare improbabili fidanzati.
Carla (Denise Tantucci) è fidanzatissima con un ragazzo con il quale è in continuo contatto telefonico, fino a quando il cellulare non le cade in mare e lei rimane improvvisamente isolata da tutto il suo mondo, elemosinando l’utilizzo dello smartphone dalle amiche per pochi minuti al giorno.
Questo isolamento forzando le fa però acquisire una socialità a lei estranea fino a quel momento: parla molto di più con lo skipper Josko (provocando qualche punta di gelosia in Lavinia), sceglie di andare a passeggiare da sola sull’isola, guarda con un certo distacco le ossessioni delle amiche per i contenuti sui loro profili social.
La vacanza, l’amicizia e tutta la vita che fino a quel momento conoscevano, avrà una brusca interruzione quando Lavinia utilizzerà un video riguardante Carla, pubblicandolo in maniera virale sul web.
Secondo film per il giovane regista Leonardo Guerra Seràgnoli, l’ambientazione è la stessa del suo primo lavoro (Last Summer-2014): il mare, la barca, l’estate. Nonostante lo spazio aperto e la luce del sole, però, la macchina da presa si concentra dalle prime immagini sui volti e sui corpi delle 3 amiche. Il loro mondo infatti è tutto nelle inquadrature dei cellulari, che le immortala in improbabili smorfie e atteggiamenti da donne vissute, che le rendono inconsapevolmente molto ridicole. Dopo i primi minuti di allegria ed entusiasmo, capiamo subito che i rapporti tra le ragazze è complesso: l’amicizia che le unisce è offuscata da un sottile fastidio che aleggia nell’aria. Ognuna cerca il proprio spazio nel suo profilo social, e l’approvazione che ottengono con i like non corrisponde sempre a quello reale con le amiche. Quello che entusiasma tanto sul web in pochi secondi, non è così fantastico nella “piccola” realtà quotidiana, e questa è una dura verità alla quale pare che le ragazze non siano preparate.
Questa sensazione di “squilibrio” è ben costruita dal contrasto tra la luce del sole con il mare e le coste croate e di contro i piccoli spazi interni della barca, che raccolgono gli umori altalenanti delle amiche.
Quando poi le ragazze sono in qualche modo costrette a relazionarsi con il mondo reale, succede quello che non dovrebbe accadere. Il linguaggio virale del web è spietato e soprattutto non controllabile una volta pubblicato in rete, quello che pare essere intimo perde significato nel momento in cui non si sceglie di esibirlo o “condividerlo”. Lavinia e Danila sono evidentemente impreparate a vivere realmente le loro emozioni, Carla viene suo malgrado travolta da una invidia che prende vita da un gesto impulsivo come quello di inviare in rete un video privatissimo.
Questo film mi ha molto inquietata, via via che lo vedevo, sentivo crescere in me un disagio interiore. I continui primi piani dei visi e dei corpi delle protagoniste, fa entrare in empatia lo spettatore, che poi rimane turbato dal contrasto emotivo che le ragazze vivono nel loro intimo. Il cellulare che cade in acqua a Carla viene vissuta come una mezza tragedia, in realtà -col senno del poi- sarà forse la sua salvezza.
Il finale non mi ha soddisfatta del tutto, le parole di Carla rimangono poco incisive per la gravità di quello che Lavinia le ha fatto.
Le parole: questo è il vero neo di tutto il film, purtroppo la pessima dizione delle 3 attrici non fa capire buona parte dei dialoghi. Sarebbero stati utili i sottotitoli anche quando parlavano in italiano oltre che quando parlavano con lo skipper in inglese.
Molto buona invece la regia complessiva e la struttura narrativa, che in parte compensa la cattiva comprensione del parlato.
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