Regia di Dominga Sotomayor Castillo vedi scheda film
SGUARDI ALTROVE FILM FESTIVAL NR. 27
Nell'estate del 1990, il Cile torna un paese libero e democratico, dopo i travagliati anni della dittatura risalente al 1973.
Un gruppo di giovani genitori, galvanizzati da quella galvanizzante brezza di libertà che comincia ad avvertirsi in città, decide di abbandonare i vecchi edifici, per trascorrere almeno l'estate all'interno di una comunità costruita per l'occasione in mezzo alla foresta, vivendo in semplicità a stretto contatto con la natura rigogliosa circostante.
La vicenda, che prende avvio dallo smarrimento nel bosco dell'amato cane Frida, farà si che le vite di tre ragazzi tra l'infanzia e l'adolescenza, vengano a contatto, affrontando la spensieratezza che li induce a provare le prime sensazioni di innamoramento, e le collegate paure e timori prima deviati da altri pensieri più cupi e più istituzionali.
Ma, fuori dai percoli della civiltà urbana, questi nuovi conquistatori della natura dovranno saper far fronte alle incognite che, talvolta, trasformano Madre Natura da culla accogliente e generosa, a pericolo difficile da poter debellare, e da cui uscirne indenni.
La regista Dominga Sotomayor, al suo terzo lungometraggio dopo De jueves a domingo del 2012 e Mar del 2014, riesce con estrema naturalezza a calarsi nella personalità dei tre giovani protagonisti, divisi da quell'ebbrezza contagiosa che percepiscono inevitabilmente dai loro genitori, finalmente liberi da una oppressione quasi ventennale che ne ha lacerato e compromesso la gioventù, ed i problemi di cuore che si affacciano senza preavviso, assieme alle emozioni che il nuovo approccio di vita, all'insegna di un ritorno alla natura, procura loro, tra timori e leggerezze che conducono poi al pasticcio finale.
Una regista dal tocco magico, sicuramente da tenere d'occhio nel suo futuro che ci auguriamo pieno di nuovi stimoli e progetti.
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