Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Una ragazza, annoiata della solita vita, sogna di ricevere una visita dello zio materno, una figura che in famiglia è stata quasi mitizzata; e infatti lo zio, inaspettatamente, arriva portando regali per tutti. Pian piano, però, si capisce che qualcosa non va: in particolare, l’uomo evita di farsi fotografare e intervistare da due incaricati di un’indagine demoscopica. Uno dei due rivela alla ragazza di essere un poliziotto sulle tracce di un serial killer, che si sospetta essere lo zio. Lei, dapprima incredula, deve poi arrendersi all’evidenza e chiede allo zio di andarsene. Lui cerca di ucciderla buttandola da un treno in corsa, ma perde l’equilibrio e rimane vittima di quello che agli altri apparirà un incidente. Film di sublime ambiguità, con un assassino che non viene mai visto in azione e che, con la sua aria suadente, diventa oggetto di un inespresso desiderio sessuale: può essere considerato il lato oscuro della nipote (elemento accentuato dall’originale, dove entrambi si chiamano Charlie: in italiano diventano Carlo e Carla), che in lui vede una proiezione distorta di sé stessa, se ne sente attratta ma alla fine decide di accontentarsi di una vita banale accanto a un fidanzato poco entusiasmente (il poliziotto, bruttarello e incapace di risolvere il caso). Teresa Wright è molto giovane ma anche molto brava e non sfigura accanto a un Joseph Cotten (solo 13 anni più di lei) che, imponente e via via sempre più inquietante, interpreta benissimo il ruolo.
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