Regia di Brad Baruh vedi scheda film
Horror che guarda al passato, con particolare ambientazione (una baita isolata nel bosco, corpi posseduti da demoni) alla Evil dead (non a caso anche il titolo denuncia questa evidente associazione). La sceneggiatura inconcludente e la piattezza di messa in scena lo rendono trascurabile. Si ricorda per quel poco di splatter fine a se stesso.
Su consiglio di Mika, una persona fidata, Casey Pollack (Brea Grant) convince il marito James (AJ Boven) -al quale è stato diagnosticato un male incurabile- a raggiungere una baita in montagna, luogo rinomato per ritiri spirituali e sul quale la donna ripone speranze di cura miracolosa. La coppia non è sola, con loro sono presenti i due figli: Jason e Jessica, quest'ultima accompagnata dall'amica Becky. Raggiunto il posto, subito le condizioni meteorologiche tendono al peggio, e una forte nevicata minaccia di far trascorrere al freddo i nuovi inquilini della baita. Ragion per cui James si inoltra nel bosco, alla ricerca di legna da utilizzare per il camino. E proprio nel bel mezzo del nulla, l'uomo rinviene una donna apparentemente priva di sensi: si tratta di Leslie (Barbara Crampton), persona decisamente strana che, una volta soccorsa ed ospitata, manifesta pericolosi -e inspiegabili- atteggiamenti.
Esordio alla regia per Brad Baruh, solitamente attivo come produttore che, essendo stato coinvolto in Phantasm 5, qui trova supporto, nella medesima veste di produttore esecutivo, da parte di Don Coscarelli. Nel cast inoltre, figura anche Barbara Crampton in un ruolo piuttosto significativo. L'attrice, pur essendo stata parecchio presente in questa veste (ad esempio compare anche nel film di Rob Zombie del 2012: Le streghe di Salem), è nota ai cultori dell'horror per un paio di titoli -nei quali la sua presenza in abiti discinti infonde una forte dose di erotismo- diretti da Stuart Gordon negli Anni '80 e ispirati ai racconti di Howard Phillips Lovecraft (Re-Animator e From beyond).
Le premesse, quindi, perché questo Dead night potesse riservare qualche piacevole sorpresa ci sarebbero anche state. Ma sono rimaste solo sulla carta, perché poi il film segue pedissequamente il plot de La casa (anche lì i protagonisti arrivano in una "cabin" -come dicono gli americani- isolata nel bosco, all'interno della quale si scatena l'inferno). Il confronto con il debuttante regista Baruh è pressoché impietoso: quest'ultimo infatti non possiede nemmeno una infinitesimale parte del talento visionario di Raimi (per inciso: anche lui -però senza budget- esordiva con Evil dead).
Ma passiamo alla trama, se così vogliamo chiamarla. Intanto non ha alcun senso il preambolo iniziale, con passaggio di date dal 12 giugno 1961 al 21 marzo 2015. E il duplice piano di lettura, con invadente notiziario di Inside crime (con news in arrivo dal futuro, sic!) confonde le idee sulla reale sostanza del film. Esiste il fondato dubbio che, essendo sfuggito di mano il racconto, lo sceneggiatore Irving Walker abbia di proposito inserito una traccia subliminale, per tentare di soddisfare anche lo spettatore più razionale. Qual è questa traccia? Forse che Casey è davvero una folle criminale in stato delirante, e la presenza di streghe e ritornanti è da circoscrivere al suo cervello malato (una cosa alla Haute tension di Alexandre Aja per capirci).
Comunque sia il nocciolo della questione conta poco, perché alla fine -anche se il film dura 82 minuti di cui 10 vanno nei titoli di coda- quello che resta è un incomprensibile e per nulla avvincente horror che guarda al passato senza alcuno spunto, nessuna originale trovata narrativa, e una regia spenta e insignificante. E poi diciamolo una volta per tutte, noi stessi che siamo i primi appassionati di quel tipo di cinema: basta con il passato, guardiamo avanti. Omaggiamo pure la produzione che è stata (e che non potrà mai più essere rimessa in atto) rivedendo i film originali. Ma siamo quasi quarant'anni più avanti (La casa è del 1981) e le cose -piaccia o meno- sono cambiate parecchio. Non più baite sperdute nel bosco e luoghi comuni ormai obsoleti (telefoni non funzionanti compresi). E, soprattutto, non più sceneggiatori che scrivono quando sono sotto effetto di sostanze psicotrope. Perché qui forte rimane il dubbio su cosa si siano fumati, per arrivare a partorire una così immensa boiata.
Curiosità
Parallelamente agli eventi soprannaturali che investono i protagonisti, ci viene mostrato un estratto dal programma televisivo Inside Crime, durante il quale alla moglie Casey sono attribuiti i delitti del marito e dei due figli (Becky scompare senza che il corpo venga rinvenuto). Il presentatore è ispirato da un noto attore, Jack Sterling, interpretato nel film da Daniel Roebuck.
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