Regia di Tony Wash vedi scheda film
Film senza alcuna capacità di coinvolgere durante la visione, che ricorda l'infinita quantità di pellicole low budget Anni '90. Fuori tempo massimo, (ri)mette sulle scene (per pochi secondi) una mostruosa creatura realizzata con protesi e make up nel rispetto di un tipo di cinema fantastico e minimalista.
Indagando sulla mentalità di un omicida di nome Murphy, uno psicologo visiona (durante le festività natalizie!) alcuni video con dichiarazioni rilasciate dal killer su un certo Wendigo, demone delle leggende americane, noto anche in mitologia celtica con il differente nome Arrach. Murphy irrompe nella casa, uccidendo l'uomo e la moglie per poi togliersi brutalmente la vita di fronte ai due figli: Ben (da adulto Stephen Brodie) e Ashley (da grande Shenae Grimes-Beech). Vent'anni dopo, i fratelli si ritrovano su invito della sorellastra Nicole (Rachel Melvin) rimasta incinta di Andrew (Joey Bicicchi). Durante l'adozione Ben sembra avere recuperato una certa lucidità mentre Ashley, nonostante la cura con pesanti psicofarmaci, ha ucciso il figlio appena nato e continua a descrivere le allucinanti visioni dalle quali è tormentata. Visioni che, anche in casa di Nicole, si manifestano ed hanno le fattezze di una creatura mostruosa, quella che si sarebbe trasferita -la notte del massacro- da Murphy ad Ashley.
Creato dalla fantasia sfrenata di un anonimo internauta nel 2005, sul sito 4chan, Rake è una creatura dell'orrore che ha poi alimentato svariati racconti (creepypasta), videogiochi e -in maniera tangente- anche film di genere. L'esemplare cinematografico più popolare, arrivato anche nelle sale italiane, è Slender man (2018). Non è dunque casuale che sia un regista giovane come Tony Wash (classe 1980) a subire maggiormente l'influenza del fenomeno che ha trovato origine e diffusione via web. Alla seconda regia (il debutto è rappresentato dal poco promettente titolo High on the hog, 2017) Walsh decide di affrontare l'horror, nei minimi termini descritti in precedenza che ricordano, in parte, il prototipo (per metodo di pubblicità e furba diffusione) The Blair witch project. Purtroppo le idee qui sono molto contorte, sin dalle prime sequenze che vedono citare anche il Wendigo, finendo poi per confondere ulteriormente lo spettatore con una trama inenarrabile, di difficile sintesi in termini di coerenza e credibilità. In un contesto di questo genere dovrebbe essere molto curata la confezione, cosa purtroppo anch'essa carente dal punto di vista di una fotografia tendente all'oscuro e in grado di celare gli effetti di trucco -che oltretutto sembrerebbero anche ben fatti- sulla creatura. Nonostante raggiunga a fatica gli 80 minuti, The rake procede per accumulo di idiozie limitando il livello spettacolare ad un incipit sanguinario che fa il paio con il patetico epilogo. Un film davvero privo di elementi interessanti, se non sul versante esclusivamente etimologico del fenomeno generato dal termine "Rake" (tradotto in italiano è pure ridicolo) che ha coinvolto produzioni destinate a diversi livelli mediatici (libri, internet e film).
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