Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
La mano innegabile di Di Leo racconta i primi 50 minuti del film come un dramma famigliare con poche idee di introspezione, anche perchè il film non le chiede: è un altro tipo di prodotto, è un poliziesco (ciò non toglie che ci siano polizieschi che sono solo una cornice per raccontare i drammi dell'uomo). Ma subito dopo, ecco che entra in gioco la seconda parte del titolo. La caccia ai rapitori/assassini si fa serrata senza lasciare spazio a nient'altro. Nemmeno il bravo James Mason appare in questa seconda parte, dopo aver dato il meglio di sè come padre-cafone. Così gli inseguimenti e le esecuzioni di Luc Merenda danno il pepe giusto al film che altrimenti sarebbe risultato un dramma fallito. Comunque la tragedia annunciata la sa ben creare il regista culto. Una tragedia che ritorna alla fine, quando Merenda esce col mitra dal grattacielo Velasquez di Milano, e tutt'intorno è gelato, immobile, nessuno non gli dice nulla. Nessuno urla, nonostante gli spari. Le lettighe della pula non sono già lì come sarebbe successo in altre pellicole. Il dramma ormai s'è consumato, e c'è posto piuttosto per l'ultima incredibile esecuzione.
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