Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Un buon Di Leo in un film drammatico su un tema di grande attualità negli anni settanta..i sequestri di persona.
Di Leo diceva sempre che in un noir o in un poliziesco l'azione non doveva mai essere esasperata, ma presentarla a "dosi", solo così e con una buona trama il film avrebbe coinvolto lo spettatore al cento per cento.
La stessa "politica" che in un certo senso ha adottato anche Quentin Tarantino, non è un caso infatti che Fernando Di Leo rientra tra i registi preferiti di Tarantino.
In ogni caso, questo "La città sconvolta..." è un buon film, come al solito Di Leo dimostra di trovarsi completamente a suo agio con questo genere di cinema, un cinema che tra l'altro rispecchia tutti i canoni degli anni settanta.
Certo Di Leo con questo film non raggiunge i livelli del suo "Milano Calibro 9" però bisogna dire che il film si lascia guardare, ben girato, una buona trama, non stanca per niente e in più è un film che con lo scorrere dei minuti prende sempre più ritmo e appassiona sempre di più.
Da notare anche la chiara distinzione che Di Leo tiene molto in questo film a rappresentare...la distinzione tra il povero e il miliardario.
Il povero pronto a dare tutto, cioè quel poco che ha, anima inclusa per salvare il figlio.
Il miliardario prende il rapimento di suo figlio come un affare, un affare che deve essere trattato e discusso. Una bella e vergognosa differenza!
Vedete questo film, un buon prodotto Made in Italy diretto da un maestro del genere.
Vins
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