Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Con un paio d'anni d'anticipo sul "Borghese piccolo piccolo" di Cerami - Monicelli - Sordi, Di Leo mette in scena un cittadino che si fa giustizia da sé, come il Charles Bronson del "Giustiziere della notte". Ad un'ideologia barbarica da condannare corrisponde un film un po' confuso, non certo il migliore del regista pugliese. Però vi sono alcuni pezzi di bravura, e se, pur nel trionfo di J&B, Fernet Branca, Cinzano e acqua Pejo, Luc Merenda è quasi credibile, sovrasta tutti un grandissimo Vittorio Caprioli, nella parte di un commissario sentenzioso, esperto e rassegnato, che rappresenta una burocrazia poliziesca, asservita al potere economico, che la sa lunga ma che non può fare niente. Anche Marino Masè è bravo nella parte del turpe killer.
Una banda di malviventi rapisce il figlio di un industriale e per errore anche il figlio di un meccanico. Mentre il riccone tratta con i rapitori, questi uccidono il figlio dell'artigiano che comunque non può pagare il riscatto: il padre si vendicherà di mandanti ed esecutori materiali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta