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Au hasard Balthazar

Regia di Robert Bresson vedi scheda film

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La recensione su Au hasard Balthazar

di Peppe Comune
9 stelle

In un piccolo paese rurale della Francia vive Marie (Anne Wiazemskiy), una ragazza triste e taciturna che condivide con l'asino Balthazar la sottomissione violenta a un mondo cinico e brutale, dove la ricerca della propria felicità è continuamente offesa dall'egoismo individualista.

In una società disumanizzata, Robert Bresson affida all'asino Balthazar il compito di rappresentare la perdita dell'innocenza, lo smarrimento delle giuste coordinate affettive. Si aggira in mezzo a una umanità miserevolmente schiava dei suoi vizi e delle sue frustazioni, fa da arbitro imparziale alle loro dispute materialiste e, mentre subisce ogni sorta di angheria, sembra mosso a pietà per quelli che sono prima vittime e poi carnefici in un tempo percorso dalla prevaricazione umana strutturata in senso gerarchico. Il suo calvario è il calvario di tutti quelli che la società ha voluto relegare agli ultimi posti a raccogliere le briciole, la sua parabola è la medesima di chi rimane se stesso nonostante il caso si diverta a cambiargli continuamente padrone. Solo un grandissimo autore come Robert Bresson poteva rappresentare il suo pessimismo con tale efficacia espositiva attraverso le peripezie dell'animale più mansueto e remissivo che esista, un asino che con la sua rassegnazione al dolore misura il grado di umoralità di una società che sfoga la sua rabbia repressa sempre sui più deboli. L'asino Balthazar è l'emblema di quella umanità in perenne balia delle decisioni altrui, degli sbalzi emotivi di chi sta anche solo un gradino più in alto. Sia che venga usato come animale da soma, come attrazione da circo o come oggetto del pubblico dileggio, l'asino Balthazar è offeso nella sua intima essenza di animale pacifico e incapace di rispondere con lo stesso soldo, nella sua dignità di animale ingiustamente sottomesso alla legge del più forte. Solo Marie gli mostra un affetto incondizionato, quella che ne condivide l'uguale miseria esistenziale, la Marie che cerca di opporre a un destino crudele un atteggiamento maldestramente reazionario, tanto confuso e degradante quanto incapace di rendergli il maltolto. Balthazar sa opporre solo il suo sguardo fintamente assente, uno sguardo malinconico e commiserevole, capace di incutere pietà e timore. Lo sguardo di un asino che ha nella sua naturale acquiescenza ai voleri altrui la solenne condanna alla progressiva disumanizzazione della società degli uomini. La fissità di uno sguardo infinitamente buono. Capolavoro.

 

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Au hasard Baltazar- Anne Wiazemskiy

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