Regia di Gonzalo Tobal vedi scheda film
Venezia 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
A chi ha visto Acusada di Gonzalo Tobal non può essere sfuggito un nesso "puramente casuale" con le vicende processuali di Amanda Knox. L'omicidio di Perugia invase le nostre sale da pranzo, i nostri salottini, persino le nostre camere da letto con un'invadenza esasperante soprattutto per chi non era, in alcun modo, interessato alle vicissitudini della Knox il cui visetto da "ladykillers" andava trasformandosi, via via negli anni, in quello di una compassata suorina lacrimosa. Qualcuno ha fatto uso dei rotocalchi scandalistici nelle sedute di gabinetto o ha passato interminabili ore con la testa infilata dentro un asciugacapelli a sentenziare chi fosse o meno colpevole. Tutti azzardarono le proprie ipotesi. Più i casi sono intricati più fanno audience trasformando il salotto in un aula di tribunale dove ognuno ricopre il ruolo che preferisce: giurato, pubblico ministero, avvocato della difesa, avvocato del diavolo. Il film di Gonzalo Tobal ha trasformato la sala cinematografica in giuria fornendo le informazioni necessarie per ricostruire il caso di Dolore Dreier teenager che deve subire, come imputata, il processo per il delitto dell'amica Camila massacrata a coltellate in casa propria a seguito di un rave party oramai concluso. L'imputata era rimasta a casa dell'amica e dormiva ubriaca nel letto di Camila mentre si consumava l'omicidio. Ma gli indizi lasciano supporre che Dolores sia colpevole e non la bella addormentata che vuol far credere. Era l'unica rimasta alla festa ed aveva litigato, qualche mese prima, con l'amica, minacciandola di morte dopo un episodio di cyberbullismo. Un video di Dolores era finito in rete mostrando la sua spregiudicata vita sessuale per colpa di Camila. Ma cosa sappiamo veramente di Dolores? Nichilista? Masochista? Opportunista? O più semplicemente mal giudicata per la vita sessuale libertina o per l'apparente freddezza del suo atteggiamento? Nascosta al pubblico visibilio Dolores se ne sta confinata in camera, protetta dai genitori da oltre due anni. Dolores vede solo l'amica Betina ed un ragazzo, eccitato dall'opportunità di portarsi a letto una presunta assassina. Ma il processo è alle porte e la reclusione della ragazza sta per finire. I giornalisti scrivono pezzi scandalistici, le riviste fanno a gara per dedicare al suo caso una copertina, la Tv reclama la sua fetta di share. I genitori di Dolores hanno speso tutti i loro quattrini per assume il miglior avvocato penalista e una consulente d'immagine perché un aspetto contrito ed un abbigliamento castigato possono corrompere una giuria, anche la più smaliziata, più di una risposta evasiva e ben studiata. E tra prove di interrogatorio e di comportamento da tenere in aula Dolores arriva davanti alla corte dopo un passaggio televisivo che fa sembrare la schiettezza calcolo o il calcolo schiettezza.
La regia di Tobal lascia allo spettatore il compito di giudicare costringendolo a decriptare i vari indizi disseminati nel film che portano, ora, verso un piatto della bilancia, ora verso l'altro. L'identificazione dello spettatore con la figura del giurato è totale. È sottoposto alle perizie e alle smentite per opera di altri periti. Deve giudicare l'imputata da ciò che fa trasparire di sè e dalle risposte più o meno accurate che dà al pubblico ministero o al presentatore televisivo.
La telecamera è impietosa nell'invadere la vita privata dell'imputata quanto della famiglia che ormai vive nella gogna mediatica mentre la madre della vittima è diventata membro fisso dei servizi televisivi per vendere il proprio dolore al miglior offerente. Tobal che mostra gli effetti di un caso mediatico sugli equilibri, sempre fragili, di una famiglia innalzata agli "onori" della cronaca, non è affatto interessato al risultato del processo ma all'effetto di quest'ultimo sui giurati (il pubblico) e sui protagonisti. Il pubblico, in particolare, attende per quasi due ore la classica prova che ribalti il risultato del processo, come nei migliori legal-movie, ma Tobal non si lascia lusingare da questi giochetti e, quando sembra prendere questa via suggerendo un nuovo esito, torna sui propri passi, lasciando spiazzati gli spettatori, perché la verità non è mai veramente certa mentre il dubbio è più vero che mai. Il risultato del processo è la verità: nient'altro. Innocente, dunque, la ragazza? Come un puma che vaga per la città e si fa vedere, di tanto in tanto, ai soggetti meno attendibili la verità sembra essere solamente ciò a cui crediamo. Dolores in trance davanti alla finestra, mentre osserva l'animale arrampicarsi, vede qualcosa a cui, forse, crede solo lei. La sua innocenza o la sua colpevolezza? Chiudo facendo notare come il film di Tobal sia stato massacrato dalla critica figurando, tra quelli in concorso, al penultimo posto con una media voto di 1,7/5 ma con il maggior scollamento rispetto alla media del pubblico attestatasi a 3,7/5. Dove sta la verità?
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta