Regia di Sandro Baldoni vedi scheda film
Un ingente quantitativo di carne argentina andato a male deve essere reimmesso sul mercato come cibo per cani. Un'agenzia pubblicitaria diretta da Ennio Fantastichini ha il compito di occuparsi del caso. Ce la farà, a dispetto di una manifestazione di disoccupati che mette a soqquadro l'ufficio.
Baldoni, ex pubblicitario, percorre la via del grottesco per satireggiare su un mondo a lui ben noto. Riusciamo ad apprezzarlo per le caricature che tratteggia di personaggi ormai invisi ai più, gente come il sociologo Alberto Abruzzese, il critico cinematografico Enrico Ghezzi, il "creativo" Gavino Sanna, il regista Pappi Corsicato, gente che farebbe bene a mettere a riposo le proprie corde vocali. Ma tutto il resto del film, oltre a volere suscitare in via troppo diretta un senso di repulsione per quel mondo lì, con cerume dalle orecchie, vomito di cane, mutandine di pizzo con bocche lampeggianti, converge su un bozzettismo che non educa, che trascura l'ellisse a favore di una dichiarazione d'odio eccessivamente dichiarata. Da un'idea buona Baldoni non ha saputo ricavare altro che un soggetto inconsistente che trasuda schifo e dove l'unico a non suscitare un senso di ribrezzo è il cane protagonista della vicenda, che pensa con la voce e le canzoni di Paolo Conte.
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