Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Pellicola dal notevole cast tecnico e artistico che delude non poco le attese (estremamente noiosa). Zemeckis, attingendo da un romanzo di Carl Sagan, plasma uno sci-fi dall'ampio respiro che concentra gli effetti speciali a inizio e a fine film. I motivi di interesse diventano così i rari momenti onirici di matrice spaziale. La storia, assai lenta nello sviluppo, consiste in una prima presa di contatto tra uomini e alieni, attraverso la decriptazione di segnali provenienti dallo spazio. Sagan, e con lui Zemeckis, infarcisce il tutto con corposi rimandi etico-religiosi che ruotano attorno alla fatidica domanda: "Quale è il senso della vita?" Lo snodo centrale, alquanto ingenuo, è caratterizzato da una risposta da parte degli alieni in cui si fornisce, attraverso formule scientifiche, il progetto per la realizzazione di un macchinario in grado di spingere l'uomo su un pianeta prossimo alla stella vega. Il suggerimento viene recepito così da permettere di eseguire un esperimento di lancio nello spazio. All'insaputa degli scienziati però il macchinario apre una sorta di dimensione ulteriore a quelle conosciute che proietta l'astronauta oltre i confini stellari. L'esperimento sembrerebbe fallito, tuttavia l'astronauta coinvolta (Jodie Foster) racconterà un'esperienza spaziale in cui rivelerà di essersi imbattuta con gli alieni. Questi ultimi, superiori all'uomo e votati alla pace, le si presenteranno nella forma del padre defunto e le riveleranno di osservare da tempo l'umanità.
Costato quasi 1 milione di dollari, è stato (ingiustamente) accostato a pellicole quali Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (1977) e persino a 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick. Ha inoltre avuto una nomination all'Oscar per il miglior sonoro.
Sarò impopolare, ma l'ho trovato a dir poco soporifero con caratterizzazioni dei personaggi preminenti rispetto alla storia raccontata.
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