Regia di Luc Besson vedi scheda film
Avevamo lasciato Luc Besson a “Valerian e la città dei mille pianeti”, flop tanto artistico quanto commerciale. Siamo contenti, anzi felicissimi, di ritrovarlo con “Anna”, sorta di remake del suo “Nikita”, nonché ennesima bellissima tappa di un percorso femminile dichiarato. Vale a dire che “Nikita”, “Angel-A”, “Lucy” e “Anna” manifestano fin dal titolo la centralità di una specifica identità femminile che, nel corso di queste opere, segue un iter specifico: femme fatale, fortemente sensuale e spietata, votata al rischio e all’azione, ma anche a una metamorfosi fisica quanto interiore. “Anna” chiude alla perfezione un cerchio autoriale (anche se a dire il vero speriamo vivamente che Besson torni presto a regalarci un’altra eroina come queste) che, all’infuori del genere, ha in realtà percorso tutta – o quasi – la carriera dell’autore (vedasi Giovanna d’Arco, The Lady o Il quinto elemento).
Besson è uno dei pochissimi registi capaci di non prendersi sul serio e divertire, regalando nello stesso tempo un cinema dalle implicazioni morali per nulla banali e in grado di emozionare con autoriale sincerità. Con questo film dimostra inoltre di saper gestire magnificamente una molteplicità di salti temporali altrimenti rischiosissimi. Davvero ottimo.
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