Regia di Luc Besson vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Che delirio di onnipotenza questa fissazione lunga ormai da decenni in capo a Luc Besson di farsi promotore del lancio di modelle nel mondo del cinema... donne sempre splendide, spesso e volentieri facenti parte anche dell'entourage sentimentale del nostro collezionatore di femmine statuarie.
Qui ritrova la biondissima modella russa Sasha Luss messa alla prova nel precedente bizzarro e fantascientifico Valerian, e ne fa la sua nuova Nikita.
Peccato che la storia - solita bellissima prostituta, politically-lesbo, ma non troppo, riabilitata dalla possibilità di svolta attraverso una sorta di rinascita in grado di trasformarla in una micidiale spia al soldo dei servizi segreti russi, e poi di quelli Usa - non risulti per nulla portante né tantomeno dotata di un minimo di interesse in grado di distogliere l'attenzione dal solito fulcro - peraltro assai gradevole - costituito dalla bella ma meccanica protagonista.
Nel ruolo dei maschi-manichini della bella, due aitanti attori quarantenni di fatto sprecati come Luke Evans (il russo) e Cillian Murphy, l'americano), mentre la parte della Jeanne Moreau tocca questa volta all'altrettanto grande Helen Mirren, infagottata come la Pica, manierata e gigiona fino alla ridicolaggine, qui nuovamente coinvolta in un ruolo pessimo in cui purtroppo sempre più spesso la brava attrice inglese premio Oscar viene sempre più spesso coinvolta.
L'intreccio lungo e bolso non porta da nessuna parte che conduca a qualcosa di nuovo, e anche i molti momenti dinamici che caratterizzano la pur assai concitata vicenda, non ci presentano nulla che meriti di essere ricordato.
Le riprese parigine di una capitale glamour in cui su ogni sfondo appare almeno un ingranaggio scheletrico della pur suggestiva Tour Eiffel, ci pare inoltre, in questa ostentazione insistita, una bambinata puerile inconcepibile per un regista navigato e altrove scaltro come Besson.
L'unico sforzo che, con tutta onestà, si può riconoscere a Luc Besson, coinvolto divinamente in modalità una e trina in veste di produttore, regista e sceneggiatore dell'opera, è quello di aver saputo qua e là scandagliare la sua storiella risaputa e trita, affrontandola un approccio temporale organizzato secondo scostamenti in avanti ed indietro, in grado almeno di conferire alla risaputa vicenda una dinamica che lo spettatore riesce a ricostruire e far quadrare lungo il corso concitato dell'azione, riducendo almeno in parte l'effetto altrimenti inequivocabile di una prevedibilità sconcertante.
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