L'intensificarsi del lavoro nel corso degli ultimi 2 anni ha avuto conseguenze positive per le mie tasche ma negative per quanto riguarda le uscite serali o pomeridiane al cinema.
Nel mentre ho riscoperto i film-evento, in particolare quelli dedicati al mondo dell'arte la cui storia mi è sempre interessata fin dai tempi delle superiori. Nell'ultimo autunno ho potuto visionare in sala film come Michelangelo - Infinito, il già recensito Le ninfee di Monet, il meraviglioso Loving Vincent (in una delle sue riproposizioni) e, appunto, questo Bernini.
Documentario diretto da tale Francesco Invernizzi in cui il soggetto centrale è Gian Lorenzo Bernini, come immaginabile dal titolo della pellicola, noto scultore e tra i più importanti artisti d'Italia ed Europa del periodo Barocco, epoca nota per la sua grandezza ed imponenza visiva e di linguaggio.
La particolarità del film, nonché suo punto di forza, è l'essere realizzato interamente in 8K, quella che si può altresì chiamare "altissima definizione". Tale definizione rende le varie opere mostrate dal regista come se fossero realmente dinnanzi allo spettatore, finendo dunque per quasi rompere il confine tra i due piani spaziali della platea e dello schermo.
La resa visiva, grazie anche ad un lavoro sicuramente minuzioso per quanto riguarda l'illuminazione, è quindi sicuramente il punto di forza del film. D'altro lato, purtroppo, è forse l'unico punto davvero positivo del film.
C'è una bella differenza tra i documentari su Michelangelo e Monet sopra citati e questo sul Bernini: oltre ad avere una grandiosa resa visiva, come anche in Bernini dove è anche superiore tale aspetto volendo, stiamo parlando di due film capaci di appassionare dall'inizio alla fine pur con tutti i limiti che un qualsiasi docu-movie può avere.
Le opere del Bernini sono belle, bellissime, dei capolavori indiscussi, ma la prolissa narrazione non gli dona un contesto. Le varie sculture, pochine in quanto ci si è limitati a ciò che è stato esposto alla Galleria Borghese, sono inquadrate in minimi dettagli, spesso ripetuti, e narrate in tali dettagli tecnici senza passione e senza un contesto storico/biografico di sorta, salvo qualche accenno davvero minimale. Le guide audio-visive dei musei sono, spesso e volentieri, ben più emozionanti.
Il fascino dell'intera operazione si ferma dunque alla sua resa visiva, che non sorretta da un impianto narrativo all'altezza finisce per perdere la sua magia dopo non troppo tempo.
Non dico che sia un brutto film, non è affatto un brutto film di per sè, ma è ai miei occhi un'operazione sciatta, pretenziosa e, complessivamente, priva di anima, a differenza delle opere e dell'artista a cui non rendono giustizia fino in fondo.
Voto: 5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta