Regia di Barry Jenkins vedi scheda film
Abbiamo un gran bisogno di storie che parlino d'Amore in modo non convenzionale; che si soffermino sulle infinite variazioni della trama delle emozioni. Preferisco i film che mi danno tutto il tempo di osservare le immagini, a quelli che giocano troppo col montaggio richiedendo solo un rapporto consumistico. Non a caso, i miei autori preferiti sono Kubrick e Hitchcock, che si dedicano all'arte con uno spirito giocoso pur andando a fondo nella psiche umana. Negli USA, si sa, hanno un approccio pragmatico con la realtà - è una peculiarità della mentalità capitalistica - per cui, anche l'arte è misurata in termini di efficacia nel trasmettere un messaggio morale (vedi gli Oscars), e, giocoforza, viene assunta come strumento politico. E' il caso del film in questione, che analogamente all'ultimo lavoro di di Spike Lee, Blakkklansman, con cui condivide la forma intessuta di immagini di repertorio, è un film di denuncia sociale che si propone di sensibilizzare il pubblico sul tema della discriminazione razziale in USA, facendo in modo che si immedesimi nel dramma quotidiano dei suoi protagonisti: una coppia che vede spezzati i suoi progetti di vita matrimoniale a causa dei pregiudizi culturali. Quello che mi lascia, al quanto, perplesso della sua visione, è l'abbondanza di steriotipi e sentimentalismi profusi, innanzitutto, sul concetto di Amore relativo al rapporto di coppia.
E' il ritratto molto puritano di una sorta di sacra famiglia, nonostante la presa di distanza dal fanatismo religioso in una delle scene clou; scena in cui si arriva a giustificare le reazioni violente verbali e fisiche. Se humanum est bisogna trovare il modo di sospendere il giudizio, sia nell'uno che nell'altro senso, invece c'è una sorta di compiacimento sottile in cui molti italiani non faticheranno a riconoscersi. Il sentimentalismo è l'altra faccia della violenza - "E' vero che posseggo pistole e bombe ma sono un brav'uomo pieno d'amore e bei sentimenti." - e fa parte della morale del mercato la cui capacità di seduzione, è strettamente legata ad immagini standard, omologate, ossia, immediatamente riconoscibili su cui si basa la vendita delle merci. Il film è influenzato da questa cultura, e fa uso delle stesse tecniche di marketing un po' consapevolmente a fin di bene e un po' inconsapevolmente poichè promuove un sistema a cui si oppone su un piano estetico chiaramente ispirato al cinema di Malik. Si tratta, comunque, di un regista da tenere in considerazione.
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