Regia di Richard Rich vedi scheda film
Sono passati tre anni dall'uscita del primo episodio, un grande successo per la nuova azienda fondata da Richard Rich dopo la sua scissione con la Walt Disney.
La spiegazione degli ingenti guadagni è semplice: l'uso di una storia eccezionale, presa da uno dei balletti più famosi di teatro, elementi e stili grafici prettamente disneyani e dialoghi maturi.
Tutto ciò ha contribuito a rendere il film di Rich, un buon risultato, sia al botteghino che nelle sue buone qualità.
Purtroppo il regista statunitense, invece di sorvolare, decide di stuprare (letteralmente) un titolo, arrivando a produrre un'infinità di seguiti, uno più disastroso dell'altro.
Già dal secondo episodio, Rich non sembra intenzionato a produrre un seguito che rinnovi e migliori una storia difficile da proseguire, ma semplicemente sfruttare un suo passato successo per ingrossare il suo portafogli.
La storia de "Il Lago dei Cigni" è conclusa e le idee scarseggiano. Ciò è riscontrabile nella trama appena accennata, con l'aggiunta di un pizzico di insegnamento sui doveri familiari, che non soddisfa neppure i più piccoli, tanto è poca la sostanza.
Odette, scompare a favore del principe Derek, impegnato in un tira e molla, tra trappole mortali di dubbio realismo, e la sua bella, confrontandosi con un'antagonista, assente di spessore e avente dialoghi sciocchi: Clavius tenta di scimmiottare il perfido mago Rothbarth, persino cantando una canzone, i cui fan odieranno fin dalle prime battute per la maldestra esecuzione di questo insignificante stregone.
Senza alcun sviluppo le vicende proseguono, finchè Rich tenta di dare un senso al suo titolo, tramutando nuovamente Odette in un cigno; una scelta insensata e casuale, il cui unico scopo è far tornare vecchi ricordi agli spettatori ancora attaccati al primo capitolo, ma anzichè piacere, si prova noia e addirittura disgusto.
Si potrebbe chiudere un occhio alla trama scarna, in favore di un'azione maggiore, la quale non darebbe le medesime emozioni del precedente film, ma almeno terrebbe buoni i bambini allo schermo senza alcun impegno; ma Rich fallisce persino in questo: da una parte i combattimenti sono prevedibili e insulsi, dall'altra l'animazione è votata al risparmio, tanto che più di una volta Rich si appropria di (troppe) sequenze del passato lungometraggio (per lo meno la Disney aveva la dignità di modificarne alcune caratteristiche). Come se non bastasse, tutti i movimenti sono macchinosi, con volti che rimangono imbambolati e si muovono a scatti; errori madornali, che neppure i principianti compiono.
Il risultato sono personaggi senza un briciolo di espressività o realismo nei movimenti, che viene la nausea. Un vero pugno nell'occhio e una pugnalata nel cuore, visto che Rich delude i fan del primo capitolo rovinando personaggi precedentemente amati o divertenti: la regina Uberta, è una delle tante, che in questo seguito diventa una starnazzante oca il cui unico scopo è infastidire; o Odette, tenuta costantemente in disparte e dal dubbio quoziente intellettivo.
Il secondo capitolo di Rich è un disastro, inguardabile sotto tutti i punti di vista, se non in qualche sequenza che forse può divertire i più piccini; gli adulti, invece, detesteranno la roboante caduta di personaggi animati (malamente) in qualcosa di sciocco e puerile.
Da dimenticare e da non seguire il maldestro tentativo di Rich nello spremere fino al midollo una saga che poteva fermarsi al primo capitolo soddisfacendo ampiamente i fan.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta