Regia di Louis Malle vedi scheda film
Romanzesco ed ideologico, in pieno clima storico-politico-sociale di fine anni '60. La storia di Georges è (anche) un pretesto per scavare a fondo nel substrato sociale contemporaneo, indagando e polemizzando lievemente sul concetto di proprietà tramite la figura del 'ladro gentiluomo', fondamentalmente onesto e personaggio positivo, che è qui interpretato da Belmondo (che peraltro, come sempre, offre una buona prova). Rubare e rimanere onesti è possibile solamente considerando il concetto di proprietà superato; il furto che tanto inorgoglisce Georges-Belmondo e dà un senso alla sua esistenza è solamente un modo di realizzare concretamente una vendetta contro la società a lui ostile. In tutto questo Malle non dimentica lo stile, forse un po' troppo teatrale a tratti, ma elegante quanto basta per la messa in scena di quello che rimane pur sempre un romanzo ottocentesco d'amore e furti.
Parigi, fine 1800. Georges ama Charlotte, ma il padre di lei la vuole sposa ad un altro. Per ripicca Georges ruba i gioielli di famiglia del promesso sposo, poi fugge. Il furto in breve tempo diviene la sua professione, con complici o da solo, infine insieme a Charlotte, ritrovata e finalmente amata.
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