Regia di Matthew Heineman vedi scheda film
Avrebbe potuto essere un autentico gioiello questo A Private War, quarto film "impegnato" del regista americano Matthew Heineman, che racconta la storia di Marie Calvin (Pike), giornalista statunitense che dal 1985 fino alla morte lavorò per il londinese Sunday Times, confezionando indimenticabili reportage da ogni zona di guerra del mondo di cui, a suo avviso, i media occidentali non parlavano abbastanza. Fu così che rimase menomata all'occhio sinistro durante la guerra civile nello Sri-Lanka. Dopo avere sfidato la fortuna in Afghanistan, Libia (di cui nel film viene ripresa l'intervista a Gheddafi), Kosovo, Cecenia e Timor East, la sua vita si concluse sotto una bomba in Siria. E invece A Private War non riesce ad appassionarci neppure per un momento all'avventura così coraggiosa e radicale della sua protagonista, mantenendosi sempre a mezza strada tra vicende private e l'ansia di riprendere il suo lavoro, come se le guerre fossero, appunto, una faccenda privata. La regia, pur indugiando su particolari raccapriccianti (le fosse comuni in Afghanistan, le condizioni di vita impossibili dei bambini, il vivo del conflitto, le città coventrizzate), non spicca mai il volo, assembla pigramente immagini come si trattasse di reperti documentaristici e il pathos che sarebbe stato indispensabile per raccontare una vicenda come questa è del tutto assente.
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