Regia di Robert D. Krzykowski vedi scheda film
AL CINEMA SOLO NEGLI USA
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Capita di rado di avere il diritto di cambiare il titolo originale di un film straniero, in particolare in inglese. Sarebbe stata la volta buona, ma questo The Man Who Killed Hitler and Then the Bigfoot è desolatamente rimasto L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot. A mio avviso davvero brutto ma che, comunque, ha centrato l'obiettivo di attivare la mia curiosità. Sia per l’idea dell’uomo che fa fuori il leader nazista sia, forse soprattutto, per capire meglio che cavolo fosse il bigfoot, che avevo giusto sentito nominare vai a sapere come e quando.
C’è un eroico reduce della seconda guerra mondiale (un volonteroso Sam Elliott, visto in A Star Is Born, nel 2018, film che regalò l'Oscar a Lady Gaga per la miglior canzone) che conserva per sé un segreto immane: è lui quello che ha tolto di mezzo il ‘vero’ Hitler, perché gli altri ‘baffetti’ morti erano diversi sosia fra cui, il più vigliacco, era proprio quello della versione ufficiale, schiattato suicida nel mitico bunker a causa di una fiala di veleno.
Un bel giorno il veterano viene contattato dall’Fbi: serve un esperto di armi e di caccia all’uomo per eliminare una strana creatura che si aggira fra gli abeti del Canada, un misto di scimmione e Yeti abitante delle grandi foreste canadesi che si potrebbe ricondurre alla mitologia mongola ma affiancabile più alla leggenda dello Yowie australiano... Insomma, Chewbecca! Il gigantesco peluche animato è portatore di un virus micidiale (ma guarda un po') che potrebbe sterminare l’umanità. Il Nostro prima vacilla, poi cede al suo essere un uomo davvero coscenzioso.
L’opera di Robert D. Krzykowski (un “chi era costui?” qui ci sta davvero tutto) è assurda, se possibile, più del titolo. Una volta accettata l’esistenza del bigfoot – non in Star Wars, ma in Canada, intendiamoci – ci si aspettava un minimo di coerenza e di concretezza nello sviluppo filmico della sceneggiatura scritta dal regista stesso. Che invece inanella una serie di situazioni improbabili e si perde in continui flashback e in una micidiale love story con camminatone notturno finale dei due innamorati e fallita consegna di anello, da far cascare le braccia. Si salva un po' la prima parte, grazie alle scene che portano il nostro eroe a uccidere Hitler, ma anche quella che poteva rivelarsi la ciambella di salvataggio di un film altrimenti spacciato, è sfruttata davvero con minimo sforzo e identico risultato. Apprezzabili alcuni momenti della caccia in montagna, grazie a una discreta fotografia e ad alcune efficaci scelte del montaggio.
Nonostante tutto, però, si finisce per provare simpatia per il protagonista, o forse per il povero Elliot rimasto impelagato in un’operazione davvero stramba. Evitare, please. Voto 4,2.
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