Regia di William Wyler vedi scheda film
Rifacimento de La calunnia del'36, tratto da una pièce di Lillian Hellman e diretto dallo stesso Wyler, è il caso di un remake che migliora l'originale: questo film è preferibile per l'onestà e il coraggio con cui affronta il tema della calunnia legata all'omosessualità, mentre nel primo film, pur apprezzabile per l'incisività della regia, la calunnia era legata a una banale storia di corna e la denuncia dell'ipocrisia sociale perdeva molto del suo mordente. Qui Wyler ha avuto modo di esprimersi liberamente, nonostante che il tema del lesbismo fosse ancora estremamente scottante nei primi anni'60: la trama ha un'indubbia risonanza emotiva, amplificata dalla riflessione sulla gratuità del male e sulle devastanti conseguenze della menzogna. Alla riuscita del film contribuisce l'ottima caratterizzazione dei personaggi e le eccellenti interpretazioni delle due attrici, perfette nel registro drammatico e nella resa espressiva di sentimenti come l'angoscia e l'incredulità di fronte alla cattiveria del prossimo. Bravi anche James Garner, Miriam Hopkins e Fay Bainter nei loro ruoli da caratteristi. L'unico limite che si avverte è nella struttura un pò troppo teatrale, che forse poteva essere un pò ravvivata in senso cinematografico, ma per il resto si tratta di un dramma serio e intelligente, una requisitoria contro i pregiudizi che strappa l'applauso dello spettatore sensibile a tematiche progressiste. In definitiva, non saprei dire chi vince la sfida fra la Hepburn e la MacLaine in fatto di bravura.
voto 8/10
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